La Fisonomia dell’Uomo, un poema dal primo Settecento napoletano, fu composto da Giuseppe D’Alessandro duca di Peschiolanciano (1656-1715) e pubblicato per la prima volta dal figlio Ettore nel 1711, nella miscellanea intitolata Opera di D. Giuseppe D’Alessandro duca di Peschiolanciano
divisa in cinque libri. Il poemetto sulla fisiognomica, in 112 strofe di otto versi, metricamente anomale, testimonia fedelmente degli interessi multiformi dell’autore e dell’ambiente in cui visse. La fisiognomica millenaria, che trova correlazione fra il corpo e il carattere, era tema prediletto nelle corti e nelle accademie: manuale di pittori e scultori, agli inizi del Settecento da arte divinatoria divenne una (pseudo)scienza apprezzata. Giuseppe D’Alessandro, pur avendo delle riserve nei confronti di un tema spesso giudicato pseudoscientifico, intraprende una strada già tante volte e da tanti percorsa nell’età moderna. La derivazione dellaportiana
del poema, oltre al titolo omonimo, viene a più riprese dichiarata e sottolineata. Il nostro autore, in questo esercizio letterario, divulga le tesi di Giovan Battista Della Porta formulate nel suo trattato Della fisonomia dell’uomo (1598), conservandone appunto il nucleo che
riguarda il rapporto intrinseco fra i moti del corpo e quelli dell’anima. Il saggio presenta ed analizza un poemetto praticamente sconosciuto, composto sullo scorcio del Settecento, sottolineando l’importanza di una cerchia culturale e della sua produzione letteraria agli albori
della diffusione delle idee illuministiche.
La Fisonomia dell’Uomo, a poem of the first Neapolitan Eighteenth century, was composed by Giuseppe D’Alessandro duke of Peschiolanciano (1656-1715) and published for the first time by his son Ettore in 1711, in the collection titled Opera di D. Giuseppe D’Alessandro duca di Peschiolanciano divisa in cinque libri. The poem on physiognomy, in 112 stanzas of 8 verses, metrically anomalous, faithfully witnesses the multiform interests of the author and of the environment where he lived. The millenary physiognomy that finds a correlation between body and character, was the favourite theme in courts and
academies: manual for painters and sculptors, at the beginning of the eighteenth century, from divinatory
art it became a much appreciated (pseudo)science. Giuseppe D’Alessandro, even if with some reservations towards a theme often considered pseudoscientific, engages in a path already experienced many times and by many people in the modern age. The derivation from Della Porta of the poem formulated in his treaty Della fisionomia dell’uomo (1598), conserving its core regarding the intrinsic relationship
between the impulses of the body and those of the soul. The essay presents and analyses a poem practically unknown, composed towards the end of the Eighteenth century, underlining the importance of a cultural set and of his literary production when the spreading of Enlightenment ideas was beginning