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Il mare nemico di Serse: i «Persiani» di Eschilo e «Die Seeschlacht bei Salamis» di Kaulbach

Abstract

«Il teatro nell'Atene del V a.C. era assai meno simile a un edifico che a quella che oggi chiameremmo opera di architettura paesaggistica»: così si esprime R. Rehm in un volume dedicato alla spazio nella tragedia greca, volendo evidenziare l'impatto che la natura (da intendersi come paesaggio) ha appunto sullo spazio (e non edificio) teatrale delle origini. Se dunque la natura abbraccia e, in certo qual modo, plasma lo spazio teatrale degli antichi Greci, nei loro drammi essa - data la mancanza o l'esiguità di quello che oggi chiameremmo apparato scenografico - non viene raffigurata, ma piuttosto narrata, descritta dai personaggi sulla scena. Proprio su un paesaggio naturale "dipinto a parole" in un testo drammatico - i Persiani di Eschilo - ci si vuole soffermare in questo intervento, al fine di evidenziare come l'elemento naturale e paesaggistico, anche se confinato nello spazio extrascenico e affidato interamente alle capacità descrittive-evocative della parola recitata e/o cantata, non sia una mera appendice esornativa, ma possa svolgere un ruolo di assoluto protagonismo in aperta dialettica con l'uomo e il suo agire. In questa ricognizione si prenderà le mosse dal principale dipinto dedicato in età moderna alla Battaglia di Salamina, Die Seeschlacht bei Salamis, opera del pittore tedesco Wilhelm Von Kaulbach, che occupa oggi buona parte della parete ovest della cosiddetta "Sala del Senato" del Maximilianeum a Monaco di Baviera. Attraverso le scelte pittoriche dell’artista moderno, che mescola con qualche consapevolezza, dovuta ai suoi studi, immagini tratte da diverse fonti classiche (Eschilo ed Erodoto in primo luogo) si può forse recuperare anche visivamente quell’assoluta centralità del mare che è già elemento costitutivo della tragedia antica. In essa infatti le acque di Salamina si rivelano per i Persiani qualcosa di ben diverso da un neutrale campo di battaglia, e rappresentano piuttosto un protagonista attivo e decisivo del confronto navale, incarnando così il duplice volto della natura, madre benevola e alleata per i Greci e al contempo matrigna, ostile e spietata per Serse e la sua armata

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