research

L'obbedienza non è d'obbligo

Abstract

L'intervento di Luzzatto Fegiz ha il merito di lasciare intravedere da subito il groviglio interpretativo che accompagna l'emanazione delle leggi razziali: una quantità abnorme, com'è noto, di questioni e dubbi che le autorità locali con grande sollecitudine sollevano presso l'autorità centrale dei ministeri competenti e, come ultima istanza, presso il ministero degli Interni per ottenere soprattutto chiarezza e di certo anche per indurre il beneplacito dell' obbligo che poteva liberare (almeno in parte) l'esecutore delle disposizioni di legge da ogni responsabilità individuale. A ben vedere tutto il fervore dello scambio tra zelanti quesiti e circostanziate risposte è una trappola tanto micidiale quanto faticosamente congegnata, bisognosa di continui adattamenti: a tale riguardo, il dibattito che si apre nelle periferie svela i risvolti di un clima politico, all'interno del quale le sedimentazioni di antichi convincimenti giuridico-istituzionali intersecano nuove fedeltà, nient'affatto superficiali

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