2011/2012La Trombocitopenia 2, anche definita come ANKRD26-Related Disease (ANKRD26-RD), rientra fra le nuove forme di piastrinopenie ereditarie recentemente caratterizzate. Si tratta di una trombocitopenia non sindromica a trasmissione autosomica dominante causata da mutazione nel gene ANKRD26. Fra le diverse caratteristiche cliniche spicca un’aumentata incidenza di sviluppare leucemie fra i pazienti affetti. Data l’associazione con il cancro, si rileva la necessità da una parte di migliorare la diagnosi delle diverse forme per comprenderne il meccanismo patogenetico e dall’altra di caratterizzare il fenotipo clinico della malattia indagando sul ruolo delle mutazioni a carico di ANKRD26 nell’alterare la produzione di piastrine e nello sviluppo di neoplasie. Abbiamo, pertanto, analizzato ANKRD26 in una casistica di pazienti piastrinopenici privi di una diagnosi identificando diverse mutazioni in eterozigosi, tutte localizzate nella regione 5’ non tradotta del gene. I pazienti affetti presentano una piastrinopenia moderata; i sintomi più comuni sono petecchie, ecchimosi, epistassi e menorragia. È stata evidenziata una diminuzione degli alfa granuli e un aumento della trombopoietina sierica. Nel midollo è stata osservata un’importante dismegacariocitopoiesi. E’ emerso infine, dagli studi fin qui condotti, una correlazione tra ANKRD26-RD e la leucemia: infatti l’incidenza di sviluppare leucemia acuta, nei pazienti con ANKRD26-RD, è di 167 casi su 100000 un’incidenza più alta che nel resto della popolazione stimata fra i 3,4 e 6,6 casi su 100000 (National Cancer institute). Per quanto riguarda la ricerca volta a definire i meccanismi patogenetici della malattia, abbiamo ipotizzato che le mutazioni, vista la loro localizzazione in una regione regolatrice, alterassero i meccanismi di controllo dell’espressione di ANKRD26 durante la megacariocitopoiesi. Come primo passo, abbiamo eseguito un’analisi bioinformatica per ricercare eventuali fattori di trascrizioni che riconoscono la regione delle mutazioni. L’analisi ha evidenziato un sito di legame per il fattore RUNX1. Successivamente abbiamo eseguito dei saggi di luciferasi attraverso i quali abbiamo dimostrato come le mutazioni determinino un aumento statisticamente significativo dell’attività di luciferasi almeno in cellule megacarioblastiche, DAMI, che possono essere differenziate in megacariociti. Infine abbiamo confermato mediante saggi EMSA l’interazione della regione delle mutazioni con il fattore RUNX1 predetto dal programma bioinformatico. Per due mutazioni (c.-128G>A e c.-119C>A), inoltre, abbiamo individuato un altro fattore di trascrizione HMGA1a non predetto dall’analisi bioinformatica. Infine studi di espressione su CD34+ e CD41+ hanno mostrato che ANKRD26 è maggiormente espresso nelle cellule staminali CD34+ ed è meno espresso nei megacariociti CD41+, lasciandoci ipotizzare che durante il processo di differenziamento ci sia una riduzione dei livelli di espressione del gene. Tutti questi dati ci suggeriscono, quindi, che il 5’UTR sia coinvolto nelle regolazione di ANKRD26. Saranno avviate, pertanto, nuove indagini volte ad caratterizzare ulteriormente i meccanismi mediante i quali le mutazioni interferiscono con il controllo dell’espressione, permettendoci di comprendere l’eziopatogenesi e la caratterizzazione della ANKRD26-RD.XXV Cicl