Questo contributo presenta alcune riflessioni relative alla manifestazione dell’idea di futurità e alla sua traduzione, a partire dalla lingua italiana, in tre lingue: l’italiano, il francese e l’inglese. Scopo del lavoro è illustrare la maniera in cui le tre lingue indoeuropee, appartenenti a gruppi linguistici differenti, romanzo per quanto concerne l’italiano ed il francese, germanico nel caso dell’inglese, indicano la nozione di futuro verbale nei tre rispettivi codici. Sulla scorta di un breve corpus scritto composto da sei testi (due per lingua), si verificano le somiglianze tra le tre lingue e le eventuali costanti che mostrano, rispetto ad una differenziazione apparentemente forte, dei tratti comuni relativamente all’oggetto di studio qui presentato. Il corpus, articolato in tre distinti sotto-corpora, uno per lingua, consta di testi specialistici appartenenti all’ambito della stampa, in particolare alla sezione dell’economia di tre quotidiani. Appare fondamentale, trattandosi di un corpus trilingue, concentrarsi sulla prospettiva contrastiva, per poter evincere le modalità in cui la futurità viene espressa nell’ambito del discorso economico scritto. Chiude l'articolo un breve profilo traduttivo della futurità che mira alla resa in italiano, oltre che dei futuri propriamente detti (futuro semplice e anteriore italiano e francese; will in forma semplice e composta per l’inglese), dei “futurs proches”, dei verbi modali e delle perifrasi verbali “futurali” cui possono far ricorso i locutori italofoni, francofoni e anglofoni