research

Un caso di epatocarcinoma trattato con chemio-embolizzazione arteriosa transcatetere con sopravvivenza di 11 anni

Abstract

Il carcinoma epatocellulare (HCC) rappresenta quasi il 90% di tutti i tumori epatici, la quarta neoplasia più comune nel mondo e la terza causa di morte. L’aumentato rischio di HCC è stato associato all’infezione epatica cronica da HBV e HCV. Il trapianto di fegato (LT) rappresenta il gold standard nel trattamento del “piccolo” HCC in paziente cirrotico, in classe A di Child-Pugh. Il principale ostacolo al trapianto è la scarsità dei donatori. La resezione epatica (HR) è indicata nei pazienti con nodulo unico in classe A di Child-Pugh. Negli ultimi 20 anni le procedure ablative percutanee e transcatetere hanno rivoluzionato il trattamento dei tumori epatici primitivi e metastatici non resecabili. Gli Autori presentano il caso di un paziente di 61 anni cui viene diagnosticato, durante il follow-up per neoplasia vescicale, un HCC su fegato cirrotico (classe A di Child-Pugh). Per l’età e il pregresso carcinoma vescicale, il paziente non era eleggibile per LT e d’altra parte rifiutava l’intervento di HR, per cui gli veniva proposta la chemioembolizzazione associata a termoablazione e tamoxifene. Le procedure sono state ben tollerate. Il decorso è stato caratterizzato da una fase di progressione locale della malattia, cui ha fatto seguito una regressione con diminuzione del numero e delle dimensioni delle lesioni epatiche. Nonostante l’HCC sia una neoplasia a prognosi molto sfavorevole, nel caso riportato il paziente è in buone condizioni generali a 11 anni di distanza dalla diagnosi, nonostante la persistenza locale di malattia

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