La pandemia da covid-19 come trauma collettivo e lente sul malessere contemporaneo: tra limiti e risorse

Abstract

Le trasformazioni relazionali e sociali che la pandemia ha imposto hanno spinto la ricerca psicologica ad esplorare la sua potenzialità traumatica. L’aumento del disagio psichico e la crescita esponenziale di problematiche internalizzanti e stress-correlate in target a rischio come quello dei giovani, spinge oggi a parlare di una vera e propria emergenza psicologica giovanile. A partire dall’integrazione di saperi che hanno contribuito a costruire una psicologia del trauma collettivo, il presente lavoro si propone di approfondire alcuni degli aspetti che hanno inciso sulla traumaticità dell’esperienza pandemica. L’ipotesi che la pandemia, come ogni trauma collettivo, funga da lente di ingrandimento sul presente ha guidato l’approfondimento della sua relazione con le forme del malessere contemporaneo. Nei giovani, l’assenza di un adeguato bagaglio di esperienze e di strumenti necessari per affrontare e significare quest’esperienza sembra collegata a specifiche caratteristiche della società di Narciso in cui sono nati. La cultura dell’illimitato, del controllo e della prestazione appaiono funzionare come fattori di fragilizzazione psichica

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