La "Vita di mor Augin" è una leggenda agiografica, patrimonio delle Chiese cristiane orientali di lingua siriaca, che narra le vicende del santo e dei suoi compagni, facitori di miracoli e fondatori di monasteri. Mor Augin, ovvero sant’Eugenio, vissuto secondo la tradizione nel IV secolo, nacque in Egitto. Dapprima pescatore di perle, divenne monaco presso il cenobio di san Pacomio, da dove poi migrò con settanta discepoli diretto verso la regione dell’alta Mesopotamia, intorno alla città di Nisibi, ora Nusaybin (Turchia). Con la sua compagnia risanò miracolosamente malati, risuscitò defunti, ebbe a che fare con santi ed empi, deboli e potenti, sovrani amici e nemici. Si meritò l’appellativo di “secondo Cristo” e un suo sedicente discepolo ne scrisse la "Vita" in lingua siriaca, un racconto che divenne la tradizione fondante del monachesimo nella regione chiamata Tur ʿAbdin, la “montagna dei servi”, ovvero la regione della Turchia sud-orientale che è tuttora patria di cristiani di lingua aramaica siriaca. Questa traduzione in italiano della "Vita" siriaca, opera di un gruppo di studenti e docenti di lingua siriaca e storia dell'arte che hanno viaggiato nella regione nel 2020, è presentata in forma semplice, cioè senza apparato di introduzioni storiche e letterarie, né annotazioni, confidando che così com’è, avvincente e anacronistica, possa servire da chiave d’ingresso nell’agiografia siriaca. Il libretto contiene in appendice una breve guida storico-artistica del monastero di Mor Augin, sulla Montagna di Izlo, a nord-est di Nusaybin, fondato secondo la tradizione dal santo e tuttora abitato da monaci