Bonaiti, Maria

Munarin, Stefano

Italian

Archivio istituzionale della ricerca - Università IUAV di Venezia

LA RICERCA CHE CAMBIA642•3 FORME DI PRODUZIONE DELLA RICERCA DOTTORALE, FORME DI SCRITTURA  DELLA TESIMAriA bonAiti (iCAr/18)Università Iuav di VeneziastefAno MunArin (iCAr/21)Università Iuav di VeneziaVENEZIA, 1-2 DICEMBRE 202265Tra i principali obiettivi del tavolo da noi condiviso – Forme di produzione della ricerca dottorale, forme di scrittura della tesi – vi era la volontà di far emergere, attraverso il confronto e la discussione tra docenti, ricercatori e dottorandi presenti, le criticità e potenzialità delle diverse forme di produzione e di scrittura della ricerca dottorale praticate nei corsi di dottorato coinvolti nella conferenza. Al tavolo hanno partecipato docenti, ricercatori e dottorandi dell’Univer-sità Iuav di Venezia insieme a docenti provenienti da diverse universi-tà italiane, quali Università di Genova, Università degli studi di Cagliari, Politecnico di Milano, Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Politecnico di Bari, Sapienza Università di Roma, Università Roma Tre, Università di Pisa. Ai partecipanti sono state anticipate, qualche giorno prima dell’i-naugurazione dell’evento, un elenco di questioni, rielaborate nel corso dell’incontro. L’alto numero di partecipanti ha consentito uno scambio proficuo sui diversi temi affrontati, offrendo un panorama ampio delle esperienze avvia-te a scala nazionale e consentendo un confronto ricco di spunti e stimoli. Il confronto si è avviato delineando l’organizzazione e gli obiettivi speci-fici della Scuola di Dottorato dell’Università Iuav di Venezia. Scuola che nasce dalla necessità e volontà di tenere assieme e far dialogare i differen-ti “campi del sapere”1 sviluppati all’interno dell’Ateneo, premurando-si, al contempo, di lasciare tempo e spazio ai diversi ambiti, consentendo e promuovendo approfondimenti specifici. Questa è forse la caratteristica più interessante e rilevante della Scuola di Dottorato dell’Università Iuav, e che sembra distinguerla dall’esperien-za di altre realtà nazionali: da un lato, riconoscere la fertilità dell’intreccio e dello scambio, della contaminazione e disseminazione – della trans-disci-plinarietà, per usare un termine sempre più ricorrente – dall’altro, garanti-re ineliminabili approfondimenti disciplinari, assicurando una ricerca che proprio attraverso “scavi in profondità” entro specifici ambiti culturali, nutre, articola e arricchisce i contenuti.LA RICERCA CHE CAMBIA66Entro un quadro così delineato, negli anni recenti ha preso avvio, all’in-terno della Scuola di dottorato dell’Università Iuav di Venezia, la Scuola di scrittura, immaginata come attività “trasversale”, in grado di far parte-cipare i dottorandi ad un’attività comune, grazie al contributo di docen-ti di diversi ambiti disciplinari, affiancati, in alcuni casi, da ospiti esterni all’Ateneo. Nel corso del confronto si è quindi cercato di chiarire i principali obiet-tivi della Scuola di scrittura. Se da un lato, essa è istituita per offrire speci-fiche competenze strumentali (stesura di abstract, bibliografia, indici etc..), al contempo simili laboratori si offrono anche quali luoghi privilegiati di confronto, concepiti per accogliere al loro interno attività interdiscipli-nare, la cui organizzazione consente, nel migliore dei casi, una maggiore conoscenza tra gli ambiti accolti nel dottorato, stimolando il confronto tra metodi di ricerca specifici delle singole discipline, facilitando quella inter-disciplinarietà sempre più richiesta a scala nazionale e internazionale. La Scuola è così diventata gradualmente un luogo insostituibile di confronto, sia attorno ai temi (di cosa e perché si occupano i diversi ambi-ti?) sia attorno ai rispettivi strumenti ed operazioni di ricerca (come si fa ricerca nei diversi ambiti, dalle fonti agli strumenti e alle procedure) sia attorno ai “prodotti” della ricerca (cosa significa produrre/scrivere una tesi). Un confronto che va oltre una sequenza di lezioni, per divenire piuttosto occasione di colloquio e dialogo tra i dottorandi, alle prese con le doman-de, la fatica e le ansie del proprio lavoro quotidiano; si tratti di un lavoro di ricerca in archivio, dell’elaborazione di una banca dati, di un rilievo sul campo o della stesura di una bibliografia ragionata.La discussione si è concentrata, di conseguenza, sulla tipologia delle scuole di scrittura presenti sul territorio nazionale, nel tentativo di comprenderne la diffusione e al contempo le modalità e gli obiettivi con i quali queste vengano avviate all’interno dei singoli corsi di dottorato. La Scuola di scrittura, come è emerso da un primo confronto, sembra offrirsi come strumento di grande potenzialità. Se i docenti concordano nel riconoscere nella scuola di scrittura una opportunità, questa solo in rari casi risulta presente all’interno delle singole università, e comunque non sempre appare adeguatamente integrata nelle attività svolte dal dottorato.Da questo punto di vista, il laboratorio di scrittura avviato nell’ambi-to della Scuola di dottorato di Venezia sembra poter costituire un esem-pio interessante e da più parti si è ipotizzata la possibilità di condividerne le esperienze anche con altre scuole diffuse sul territorio nazionale, anche potenziando l’offerta in lingua inglese, ai fine della sempre più richiesta internazionalizzazione dei corsi di studio. Il confronto si è quindi focalizzato sull’analisi dei singoli corsi di dotto-rato presenti a scala nazionale e la loro specifica organizzazione.Alcuni docenti hanno auspicato, al proposito, la possibilità di crea-re una rete nazionale di attività e seminari per garantire una vera e propria formazione alla ricerca e alla sua divulgazione, nel tentativo di interpreta-re la realtà sempre più complessa del territorio e del mondo delle imprese. Lezioni condivise, confronto scientifico, workshop internazionali, parteci-pazione a convegni si riconoscono allora come momenti di crescita per gli VENEZIA, 1-2 DICEMBRE 202267studenti e occasioni per acquisire maggiore consapevolezza delle opportu-nità che gli specifici ambiti di ricerca offrono.Nel corso dell’incontro si è sollecitato, quindi, un confronto sistematico tra docenti per far emergere le diverse organizzazioni delle scuole di dotto-rato presenti sul territorio nazionale e, in particolare, per comprendere e discutere le potenzialità e criticità dei diversi format proposti per la stesu-ra definitiva delle tesi, quali, ad esempio, la monografia o invece la collezio-ne di articoli in rivista. Cruciale questione affrontata nel corso del confronto avviato al tavolo da noi condiviso è stata, quindi, la modalità di produzione di paper, articoli, saggi e tesi di dottorato come “opera letteraria”.Nel corso della discussione si è sottolineato da più parti come negli anni recenti la valutazione (in tutte le sue forme e a tutti i livelli) tenda a premiare gli articoli su rivista (anche se brevi e scritti a più mani) rispetto alla stesura di volumi. Se ciò riconosce le sue ragioni, almeno in parte, nel presupposto che gli articoli sono valutati mentre la pubblicazione di volumi può dipendere dalla disponibilità economica, si rischia, con simili scelte, di condizionare fortemente il lavoro di ricerca e il suo esito finale, riducendo la tesi di dottorato alla collezione di paper prodotti nei tre anni di lavoro. La discussione ha fatto emergere la necessità di riconoscere la tesi di dottorato come lavoro volto ad assumere una propria specifica “forma e consistenza”, valorizzando il lavoro di tesi come opportunità unica per il dottorando di realizzare un testo, che pur assumendo forme peculiari all’in-terno dei diversi ambiti tematici e percorsi di ricerca, spesso si offre come una tra le rare occasioni in cui un ricercatore ha l’onore e l’onere di realiz-zare una “opera letteraria”. È apparso opportuno superare i singoli contri-buti brevi e parziali prodotti nel corso degli anni (relazioni interne, paper presentati a seminari, articoli pubblicati su riveste e saggi su libri, ecc.) per offrire, piuttosto, al dottorando la possibilità e allo stesso tempo la respon-sabilità di immaginare, impostare e dare forma concreta ad un proprio “prodotto” autonomo. A tal fine, tra le questioni affrontate, di particolare urgenza è apparsa, accanto all’organizzazione di collane editoriali specifi-catamente dedicate al dottorato, la questione dell’open access, ancora non sufficientemente diffuso tra gli Atenei, così come l’opportunità di confron-tarsi con nuove forme di comunicazione, che coinvolgano ad esempio la produzione video, ma anche l’opportunità di costruire banche dati della ricerca2.Tutto ciò considerato, nel corso del confronto da noi condiviso è emer-so con chiarezza il contributo specifico apportato dalla Scuola di dotto-rato dell’Università Iuav nell’ambito del panorama nazionale: da un lato, costruire luoghi di dialogo e confronto (come la scuola di scrittura), dall’al-tro, definire e preservare spazi di riflessione e approfondimento (come gli ambiti tematici), entro i quali rendere possibile lo sviluppo di specifici e originali esiti della ricerca individuale.LA RICERCA CHE CAMBIA68NOTE1: Ci si riferisce a campi del sapere e non a settori scientifico disciplina-ri. L’urbanistica, la storia dell’architettura, il design, la pianificazione o la progettazione architettonica, solo per citarne alcuni, si offrono infatti come vasti campi del sapere, i quali, pur non avendo confini fissi e chiusi, sono caratterizzati da propri temi, oggetti o punti di vista, strumenti di indagine o interventi, tradizioni culturali, saperi cumulativi.2: Dopo aver indagato le misere condizioni di vita delle popolazioni rura-li degli Stati Uniti negli anni Trenta del Novecento per conto Federal Security Administration, il giornalista James Agee e il fotografo Walker Evans ci ricordano come, spesso, da un lato fatichiamo a far rientrare in un libro (un prodotto editoriale) la ricchezza di cose viste, esperienze vissu-te e riflessioni sviluppate eppure, dall’altro, continui ad essere l’alleato più prezioso per depositare e scambiare ciò che abbiamo appreso. A tale propo-sito, nell’introduzione al suo libro Agee scrive: «mi fosse possibile non metterei affatto scrittura qui, ci sarebbero solo fotografie; il resto sarebbero frammenti di tessuto, fibre di cotone, zolle di terra, trascrizioni di discor-si, pezzi di legno e ferro, fiale di odori, piatti con del cibo». James Agee, Walker Evans, Sia lode ora a uomini di fama, il Saggiatore, Milano, 1994 (1941). 

Forme di produzione della ricerca dottorale, forme di scrittura della tesi

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