<p>La principale strategia istituzionale per limitare il riscaldamento globale e realizzare un futuro a bassa intensità di carbonio si risolve, ad oggi, nella transizione a forme di energia "pulite". Le tecnologie di base di questa transizione come batterie ricaricabili, pannelli solari e turbine eoliche sono tuttavia caratterizzate da un'alta intensità minerale, ossia dalla necessità di reperire alcune materie prime in nuove e ben più ingenti quantità rispetto a precedenti cicli di accumulazione. All'interno dell'Eurozona, la sostanziale dipendenza dalle importazioni di CRM ha prodotto un forte stimolo all'esplorazione di risorse minerarie indigene tramite, per esempio, il Raw Materials Act (2023) ed altre iniziative comunitarie. All'interno di questo scenario europeo, già si assiste ad una significativa espansione delle concessioni per permessi di ricerca mineraria in diversi territori della penisola italiana. Al di là dei casi isolati è però complicato tracciare un quadro d'insieme di questa espansione. Almeno due fattori concorrono a rendere difficoltosa questa informazione: da un lato, la scarsa consapevolezza rispetto alla reale intensità minerale della transizione energetica e quindi la sostanziale mancanza di un dibattito tanto pubblico quanto accademico, dall'altro dalla straordinaria frammentazione istituzionale che caratterizza la gestione delle risorse minerarie in Italia, la cui autorizzazione spetta alle Regioni. Questo dataset sopperisce a questa mancanza. Sono qui raccolti e progressivamente aggiornati i dati cartografici relativi ai permessi di ricerca mineraria per materie prime critiche (CRM) ad oggi attivi in Italia, con l'obiettivo di rendere unitari, leggibili e accessibili i dati geografici relativi a queste concessioni. I dati raccolti sono di pubblico dominio e reperiti nelle diverse banche dati regionali. Ad ogni poligono sono associati alcuni indicatori di tipo qualitativo e quantitativo. In conclusione, questo dataset risponde alla necessità di tracciare le dimensioni geografiche di un fenomeno emergente che, data la sua fase iniziale di sviluppo, è ancora poco leggibile dal punto di vista materiale pur promettendo trasformazioni di ampio raggio su ecosistemi e società locali.</p><p>The main institutional strategy for limiting global warming and realizing a low-carbon future translates, to date, in the transition to "clean" forms of energy. However, the basic technologies of this transition such as rechargeable batteries, solar panels and wind turbines are characterized by a high mineral intensity, i.e., the need to source certain raw materials in new and much larger quantities than in previous cycles of accumulation. Within the Eurozone, the substantial dependence on CRM imports has resulted in a strong stimulus for the exploration of indigenous mineral resources through, for example, the Raw Materials Act (2023) and other EU initiatives. Within this European scenario, there is already a significant expansion of concessions for mineral exploration permits in several territories of the Italian peninsula. Beyond isolated cases, however, it is complicated to draw an overall picture of this expansion. At least two factors concur to make this information difficult: on the one hand, the lack of awareness with respect to the real mineral intensity of the energy transition and thus the substantial lack of both public and academic debate, and on the other hand by the extraordinary institutional fragmentation that characterizes the management of mineral resources in Italy, whose authorizations pertains to individual regions. This dataset makes up for this lack. Here are collected and progressively updated the cartographic data related to Critical Raw Materials research permits currently active in Italy, with the aim of making unified, readable and accessible the geographical data related to these concessions. The collected data are in the public domain and retrieved from the various regional databases. A number of qualitative and quantitative indicators are associated with each polygon. In conclusion, this dataset responds to the need to trace the geographic dimensions of an emerging phenomenon that, given its early stage of development, is still difficult to read from a material point of view while promising wide-ranging transformations on local ecosystems and societies.</p>