Porgere l’(altra)... coscia: oscuri proverbi bizantini e insoliti fatti troiani

Abstract

Il presente articolo prende le mosse dalla comparsa, in due raccolte epistolari bizantine, di formulazioni diverse di quello che sembra essere lo stesso detto proverbiale. La locuzione in questione figura in un’epistola di Teodoro Studita (Ep. 120 Fatouros) e in una missiva di Michele Psello (Ep. 380 Papaioannou): entrambi gli autori parlano di « offrire » o « porgere » la coscia in un contesto in cui si tratta di esporsi per una persona o una causa cui si tiene particolarmente. Gli editori moderni o non riconoscono la natura proverbiale di quest’espressione o, se lo fanno, non ne indicano né il significato né le possibili origini. Eppure, il detto citato da Psello e Teodoro è ampiamente discusso dal principe bizantino Isacco Comneno Porfirogenito in un trattatello dedicato agli eventi « omessi » da Omero (De rebus ab Homero praetermissis), dove viene ricondotto ad un’insolita versione della presa di Troia. A ben vedere, poi, questa tradizione ricompare, in epoca più tarda e con alcune variazioni, nella cosiddetta Metafrasi dell’Iliade di Costantino Ermoniaco. Nell’analizzare i rapporti fra questi quattro testi afferenti ad epoche, luoghi e contesti socioculturali diversi, il presente articolo mira, in primo luogo, a chiarire il significato di un’espressione proverbiale apparentemente piuttosto diffusa ma finora passata pressoché inosservata. In secondo luogo, si propone di identificare, per quanto possibile, i modelli e le fonti di una variante alquanto oscura della saga troiana. Tale indagine ci consentirà anche di meglio apprezzare la strategia retorica dei testi in esame, compresi quelli di Isacco Comneno e Costantino Ermoniaco, due autori ancora troppo spesso derubricati a meri – se non incompetenti – copiatori di opere altrui.This work is funded by national funds through the Fundação para a Ciência e a Tecnologia (FCT), I.P.info:eu-repo/semantics/publishedVersio

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