Airaghi, N.

Bertinotti, L.

Marnati, M.G.

Pellegata, G.

Romano, S.

Viganò, E.F.

Undetermined

Open Access Repository

volume 18, numero 2, 2003MicrobiologiaMedica  141M080APPLICAZIONE DI UN PROTOCOLLO DI INDAGINE IGIENICO AMBIENTALE IN AMBITOOSPEDALIERO AI SENSI DEL D.LGS. 626/94.Mansi A., Paba E., Bruni R., Marcelloni A.M., Borrello P.,Spagnoli G.I.S.P.E.S.L. Dipartimento Igiene del Lavoro,Via Fontana Candida 1,00040 Monteporzio Catone (RM).Il D.Lg. 626/94 ha provveduto a richiamare l’attenzione sulproblema della sicurezza negli ambienti occupazionali tra iquali rientra di diritto il settore assistenziale (personale medi-co, infermieristico, etc.). Al fine di definire un programma diprevenzione e riduzione dei rischi per operatori sanitari epazienti sottoposti ad interventi, è stato applicato un proto-collo sperimentale finalizzato alla valutazione dei livelli dicontaminazione microbica presenti in otto sale operatorie diun’azienda ospedaliera romana. I campionamenti microbiologici dell’aria e delle superficisono stati effettuati nella condizione “AT-REST” (sala contutti i servizi tecnologici funzionanti, equipaggiamenti edarredi installati e funzionanti, senza operatori) ed in condi-zione “OPERATIONAL”  (sala con tutti i servizi tecnologicifunzionanti, equipaggiamenti ed arredi installati e funzionan-ti in presenza di operatori che svolgono normale attività lavo-rativa) in conformità alle Linee Guida ISPESL ed alle nor-mative tecniche di riferimento (Federal Standard 209, NormaISO 14644, Annex I of EU Guide to GMP).Per la determinazione della carica microbica aerodispersa èstato utilizzato un campionatore ad aspirazione attiva (SASSuper 100), mentre la carica microbica presente sulle super-fici è stata valutata con un sistema di campionamento cheprevede l’alloggiamento di piastre a contatto. In alcune sale, nella condizione “AT-REST”,  sono statiriscontrati livelli di contaminazione microbica superiori ailimiti di accettabilità proposti nei documenti di riferimento.Nel corso delle sedute operatorie, la carica microbica è risul-tata particolarmente elevata con specie batteriche patogeneStaphylococcus aureus , Klebsiella oxytoca (2° gruppo dirischio Alleg. XI del DLgs. 626/94), saprofite (A. lwoffii,Staphylococcus spp.) e miceti appartenenti prevalentementeai generi Cladosporium e Penicillium. La non conformità airequisiti di filtrazione assoluta in alcune sale e l’elevatonumero di persone suggeriscono l’attuazione di controlliperiodici relativamente all’efficienza e al corretto posiziona-mento dei filtri oltre alla necessità di garantire corrette moda-lità comportamentali  attraverso adeguata formazione delpersonale neoassunto,  nonché aggiornamento periodico diquello già presente.M081SORVEGLIANZA DI UNA EPIDEMIA DAE. FAECIUM VANCOMICINA RESISTENTE (VRE)IN SETTE REPARTI DELL’OSPEDALE DI LEGNANO.Pellegata G., Romano S.,Airaghi N, Bertinotti L.*,Marnati M.G.,Vigano’ E.F*..Servizio di Igiene, Epidemiologia e Controllo Infezioni Ospedaliere,*U.O. Microbiologia, A.O. “Ospedale Civile di Legnano”Legnano (MI)Introduzione: Enterococchi Vancomicina resistenti (VRE)vengono frequentemente segnalati in letteratura quale agenticausali di infezioni nosocomiali ad andamento endemico.Tale patogeno, sorvegliato permanentemente nel nostroospedale dal 1997, è comparso per la prima volta in formaepidemica nel gennaio 2003, interessando tredici pazientidegenti in sette reparti diversi del presidio ospedaliero.Materiali e metodi: Tutte le infezioni sono comparse nelperiodo tra gennaio e maggio 2003 in degenti ricoverati inreparti di Terapia Intensiva, Medicina, Nefrologia,Neurologia, Oncologia e Ortopedia. La PFGE eseguita sututti i campioni colturali dei tredici pazienti ha identificato ununico clone.  Fin dalla comparsa del primo caso è stato isti-tuito uno specifico gruppo di lavoro del Comitato diControllo delle Infezioni Ospedaliere (CCIO) al quale hannopartecipato i referenti medici ed infermieristici delle unitàoperative interessate dall’evento epidemico ed i componentidel gruppo operativo del CCIO (Medico ed Infermieri addet-ti al controllo delle infezioni ospedaliere, Microbiologo,Infettivologo, Igienista).Tale gruppo ha programmato i seguenti interventi:> indagine epidemiologica ed applicazione delle PrecauzioniStandard e da Contatto come previsto dal protocollo d’isola-mento aziendale per ogni paziente positivo al VRE, > disse-minazione di specifiche linee guida CDC1), > informazionemirata al personale assistenziale, > sanificazione e disinfe-zione ambientale e dei materiali sanitari, > screening pervalutare il grado di colonizzazione comunitaria o nosoco-miale nei pazienti ricoverati nei reparti coinvolti dall’eventoepidemico, mediante l’esecuzione di tampone rettale almomento del ricovero e della dimissione, > controllo micro-biologico ambientale dopo l’esecuzione degli interventi disanificazione e disinfezione. Risultati: La scelta di coinvolgere lo specifico personalesanitario nella pianificazione ed attuazione di strategie atte acontrastare l’evento epidemico ha permesso di effettuareinterventi appropriati.Conclusioni: L’indagine epidemiologica e gli accertamentimicrobiologici hanno evidenziato l’origine nosocomiale del-l’epidemia. L’assenza di nuovi casi a distanza di circa novan-ta giorni nel reparto di Terapia Intensiva conferma il ruolo divettori dei pazienti ricoverati.POSTER

SORVEGLIANZA DI UNA EPIDEMIA DA E. FAECIUMVANCOMICINA RESISTENTE (VRE) IN SETTE REPARTI DELL'OSPEDALE DI LEGNANO.

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