Oggetto periodico di attenzione da parte di media e opinione pubblica, spesso in seguito
a fatti di cronaca che generano nuove ansie o alimentano antichi timori, le social media
challenge si configurano come un fenomeno di rilievo nel vasto panorama delle piattaforme
digitali. Pratiche come la Blackout challenge, la Blue Whale o la Ice Bucket challenge, tra le
altre, catalizzano lo sguardo di pubblico, osservatori e studiosi collocandosi in bilico tra la
dimensione ludica e quella del rischio, l’adesione conformista e l’innovazione creativa, la
solidarietà e la provocazione.
Per meglio comprendere un insieme di fenomeni compositi e in movimento, questo libro
riporta gli esiti di una ricerca volta a individuarne le forme prevalenti, i protagonisti ricorrenti,
gli spazi privilegiati, le principali ragioni di partecipazione, le narrazioni dominanti e le
prospettive di analisi più diffuse. Lo studio rivela che, nonostante un racconto parziale e
drammatizzante dei media e una letteratura scientifica ancora in evoluzione e focalizzata
su pratiche e pubblici specifici, nelle social media challenge le dimensioni del gioco e della
socialità prevalgono su quelle della sfida – che pure ne connota il nome - o del pericolo –
che ne domina le rappresentazioni sociali. Si tratta, infatti, di pratiche più ludiche che
rischiose, performate soprattutto individualmente in contesti domestici e generalmente
consistenti in balli, prove sportive, sfide di make-up o gare alimentari/culinarie. Ne deriva
un’immagine diversa da quella restituita dai media e diffusa nel senso comune, che poggia
su una complessa trama di interazioni tra individui, piattaforme e contesti, in uno scenario
digitale pervaso da spazi e modi nuovi di relazione e coinvolgimento e segnato dalla
varietà delle dinamiche sociali e dalla ricchezza della dimensione tecnoculturale