Le cripto-attività nella disciplina MiCAr e la finanziarietà delle "cripto-attività non finanziarie"

Abstract

Lo scritto ripercorre in chiave diacronica – dalle origini sino all’adozione del Reg. Ue n. 2023/1114 del 31 maggio 2023 (MiCAr ) – le ragioni dello sviluppo delle cripto-attività collegate alla blockchain e alle tecnologie basate su registri distribuiti (DLT). Con il Reg. MiCAr vengono per la prima volta classificate e regolate, in ambito europeo, le “cripto-attività non finanziarie” (utility e monetary tokens), determinandosi così una contrapposizione tra queste e gli strumenti finanziari emessi e circolanti mediante tecnologia DLT ex art. 1, co. 2, TUF. L’antitesi tra le due tipologie di cripto-attività si dimostra – pur in una prospettiva che non nasconde dubbi e profili di criticità – almeno in taluni casi, più apparente che reale. La potenziale negoziabilità delle cripto-attività MiCAr sembra attribuire loro un carattere di finanziarietà, trasformando un fenomeno originariamente e tipicamente non finanziario in una fattispecie essenzialmente finanziaria. Ci si chiede, in chiave problematica, se il legislatore europeo non avrebbe, quindi, potuto ricondurre, nell’alveo degli investimenti finanziari basati su DLT (security o investment token o prodotti finanziari di matrice interna), le cripto-attività MiCAr caratterizzate da finanziarietà, applicando, con gli adattamenti normativi necessari, le discipline e i presidi già esistenti e propri di questi. Per altro verso, ci si chiede, altresì, se le cripto-attività autenticamente non finanziarie, come gli utility tokens e le stablecoins, non negoziate su piattaforme di trading, richiedessero davvero una così ampia e articolata disciplina come quella dettata dal MiCAr, che ricalca, peraltro, quella di matrice finanziaria, non sfuggendo gli utility tokens alla tutela consumeristica già esistente e le stablecoins a quella dei prestatori di servizi di pagamento di moneta elettronica

    Similar works