Obiettivo centrale del testo è riaffermare la centralità del progetto di architettura in discipline come la conservazione, il restauro ed il recupero degli edifici antichi, sgombrando il campo da interpretazioni che, viceversa, vorrebbero praticare le suddette discipline in una dimensione ‘diversa’, ‘separata’ ed ‘autonoma’ rispetto alle logiche del progetto. Troppo spesso la storia e la riflessione sulle ragioni dell’architettura e sui suoi esiti sono tratte come un sistema a sè; d’altra parte anche il progetto tende ora ad essere collocato in una sorta di mondo autonomo e frettolosamente specifico, chiamando di volta in volta in causa, nell’approssimativa definizione di questa specificità, o gli aspetti più’ pratici e professionali del mestiere, ovvero la proposizione di diversi e talora labili sistemi di riferimento teorico. Nella pubblicazione vengono presentati quattro casi studio realizzati in terra d’Umbria in un arco temporale compreso tra il 2000 e il 2010. I primi tre interventi (due beni culturali ed un edificio privato) fanno parte dell’opera di ricostruzione conseguente al terremoto che colpì l’Umbria e le Marche tra Settembre 1997 e Marzo 1998. Il quarto intervento, relativo al recupero della Stazione ferroviaria di Sant’Anna a Perugia, costituisce uno dei pochi esempi di risanamento conservativo e adeguamento sismico di un edificio pubblico nel Comune di Perugia. Nello stesso periodo, all’interno del Corso di Laurea in Ingegneria Civile (specialistica) e Corso di Ingegneria Edile-Architettura, sono stati attivati i Corsi di Recupero e Conservazione I° e II°