Introduzione. L’avvento di Internet ha favorito un nuovo paradigma dei sistemi di
informazione denominato “post-verità”. All’interno di questi sistemi di informazione una
notizia viene concepita dando maggior risalto al contenuto emotivo (ad esempio
richiamando un sentimento di ingiustizia sociale preesistente) a scapito dell’analisi concreta
ed accurata dei fatti oggettivi evidenziati dalla notizia stessa. In campo sanitario la pratica
della post-verità è particolarmente diffusa soprattutto per quanto riguarda l’obbligo
vaccinale. Ad esempio, una delle campagne “Anti-vaccini” più nota riguarda il nesso di
causalità tra vaccino parotite-morbillo-rosolia e autismo descritto in un articolo pubblicato
sulla rivista medica “The Lancet” nel 1998 che, nonostante la smentita, viene tuttora
utilizzato per instaurare un clima di dubbio nei confronti dell’efficacia dei vaccini.
All’interno di una galassia sterminata come quella di “Internet” il rischio di imbattersi in
blog o siti tematici permei informazioni false o scorrette rimane tuttora molto molto alto.
Metodi. Lo studio è stato effettuato selezionando nei database di Scopus e Pubmed le
pubblicazioni nazionali ed internazionali che rispondono alle key-words, fake-new e
vaccine. Inoltre, sono state incluse anche delle pubblicazioni accademiche acquisite al di
fuori della ricerca per key-words o non indicizzate nei precitati database.
Conclusioni. Gli alti tassi di copertura vaccinale nell'infanzia sono importanti per
prevenire le malattie infettive che contribuiscono alla mortalità e alla morbilità. In questo
contesto, le vaccinazioni rappresentano uno degli strumenti più importanti della
prevenzione primaria. La mancanza di informazioni e le fake-news sono riconosciuti come i
principali fattori che contribuiscono alla bassa copertura vaccinale. Considerando la
diffusione del fenomeno delle fake-news anti-vaccini, una recente indagine promossa
dall’Istituto Superiore di Sanità ha stabilito che solo lo 0,7% del campione analizzato,
composto da genitori di bambini tra i 16 e i 36 mesi, ha espresso la propria contrarietà nei
confronti dei vaccini mentre il 15,6% si è dichiarato come “esitante”. Inoltre, dalla
letteratura internazionale emerge che la contestata misura dell’obbligo vaccinale non è
adottata unicamente in Italia ma, contestualmente, è parte di una strategia adottata da più
paesi europei per sopperire ai bassi tassi di copertura vaccinale. Infine, emerge che
organismi come “Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri” sta
adottando delle strategie di debunking mirate alla gestione della diffusione delle fake-news
in campo medico-sanitario. Tali strategie agiscono compensando la mancanza di
informazioni attraverso lo sviluppo e la sponsorizzazione di siti specializzati dedicati alla
spiegazione di tutte le credenze erronee diffuse dalle fake-news