Nel 1987, sul Kōya-san, la montagna sacra al buddhismo Shingon, vi fu il primo incontro tra il professor Shodo Abukawa e Luigi Giussani. Da questo incontro nacque una grande amicizia, la quale non fu solo un esempio vissuto di dialogo interreligioso, ma anche un percorso di comunione, di compagnia
Introduzione alla realtà totale lungo la strada che conduce al Mistero. Di questo percorso Giussani ha scritto in diverse occasioni, lasciando precisi elementi per la costruzione di una “teologia dell’incontro” con coloro che non credono in Cristo, ma sono mossi dalle grandi domande di senso che da sempre agitano l’animo umano.
Scopo del presente contributo è quello di o"rire uno studio ragionato e documentato della “teologia dell’incontro” di Giussani e di utilizzarne i contenuti per offrire un’interpretazione dei concetti di “opera missionaria” e di “dialogo sincero” utilizzati, rispettivamente, dai cann. 781 e 787, § 1, del Codice di Diritto Canonico latino. In particolare, si dimostrerà come per il nostro autore il dialogo di cui al canone 787 è sincero quando si struttura in un avere cura, in un’attenzione alla persona dell’altro, la quale si pone come immagine dell’esperienza di comunione in Cristo e con Cristo che il fedele è chiamato a vivere: attenzione che da un lato impone il riconoscimento della tradizione religiosa
come qualcosa di vivo e operante, dall’altro richiede la conservazione e il rispetto della religiosità di ogni popolo nella sua tradizione, fatta salva la libertà di coscienza