Questo saggio nasce dalla necessità di interpretare il ritorno dei confini all’interno di un paesaggio globale che per almeno trent’anni aveva preteso di non poggiarsi più su alcun limite, perché apparentemente appagato dall’autoaffermazione illimitata dello spazio omogeneo occupato dal capitale. Più che di dar credito a spettrali riapparizioni di spaccati di modernità o a non bene identificate esigenze di società solide e di Stati-nazione, si è trattato piuttosto di andare alla ricerca di paradigmi teorici differenti, capaci di fare ad un tempo i conti con l’emergenza di nuovi limiti e con il compimento di quel processo della globalizzazione votato all’illimitato. In molti sensi la mia collaborazione con Mauro Ponzi è legata a questa ricerca; in particolare è legata al comune interesse per un autore – Walter Benjamin – particolarmente fertile in questa direzione
