Nell'era della società delle piattaforme, i Critical Media Studies si trovano di fronte alla sfida di sviluppare non solo proposte teoriche in grado di affrontare criticamente il potere esercitato sulla società dalle piattaforme digitali di proprietà della GAFAM, ma anche di immaginare una prassi capace di cambiare l'economia politica di questo ecosistema mediatico digitale guidato dalle aziende. Per fare questo, crediamo che il Participatory Design e i Critical Media Studies debbano dialogare quando si tratta di quadri teorici e pratiche di intervento. In questo articolo proponiamo di iniziare questo dialogo partendo dal lavoro di Ivan Illich, in particolare dal suo libro Tools for Conviviality. Riteniamo che per immaginare un possibile processo di progettazione dei media digitali in grado di evitare la creazione di monopoli radicali, sia necessario adottare un approccio di Convivial Participatory Design in cui le questioni relative alla scala, ai bisogni delle persone e alle disuguaglianze di potere siano considerate dai designer in collaborazione con gli utenti.In the age of platform society, Critical Media Studies are faced with the challenge of developing not only theoretical proposals capable of critically addressing the power exerted on society by GAFAM-owned digital platforms, but also of envisioning a praxis capable of changing the political economy of this corporate-driven digital media ecosystem. To do this, we believe that Participatory Design and Critical Media Studies should dialogue when it comes to theoretical frameworks and intervention practices. In this paper we propose to start this dialogue building upon the work of Ivan Illich, especially his book Tools for Conviviality. We find that in order to imagine a possible digital media design process able to avoid the creation of radical monopolies, it is necessary to adopt a Convivial Participatory Design approach where issues related to scale, people needs and power inequalities are considered by designers in collaboration with the users
