Genere umano e carattere nazionale nella concezione filosofica herderiana

Abstract

L’autrice indaga il concetto di “carattere nazionale”, inserendolo nella prospettiva naturalistica, antropologica e storicistica che caratterizza la riflessione sia giovanile che matura di J.G. Herder (1744-1803). Si mostrerà, in un primo momento, che il rifiuto dell’idea di “razza” da parte di Herder emerga come dato incontrovertibile dalla lettura dei suoi scritti – troppo spesso oggetto di fraintendimenti – e come il concetto di identità nazionale sia conciliabile, in Herder, con una visione relativistica della storia della cultura ma anche, allo stesso tempo, con una tensione ‘umanitaria’ (e in un certo senso cosmopolita) di educazione del genere umano. Specialmente nell’ultima fase della produzione intellettuale dell’autore diventa evidente che tale riflessione, pur attraversando come un filo continuo tutta l’opera herderiana, divenga più urgente anche in quanto mossa dalla preoccupazione per il futuro non soltanto dell’Europa, ma dell’umanità tutta concepita come unione vivente e non astratta di popoli

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