Lettere di Polianzio ad Ermogene intorno alla traduzione dell’Eneide del Caro

Abstract

“Fredda, sconcia, puerile”. Per come emerge dalle Lettere di Polianzio, l’Eneide di Caro \ue8 forse uno dei pi\uf9 odiosi ‘delitti’ letterari della storia moderna. Eppure, fra commistioni estetico-scientifiche e calibrate allusioni al milieu arcadico, Algarotti trasforma la demolizione della pi\uf9 acclamata fra le traduzioni virgiliane in un eccellente casus belli: gli eclettici salti linguistici e gli ammiccamenti culturali (gli antichi, Tasso, Boileau, lo “Scriblerus Club”) fanno dell’Eneide l’occasione ottimale per confutare e rovesciare l’intero apparato critico e culturale dell’Italia post-barocca, frutto di una profonda elaborazione della crisi del gusto moderno – italiano soprattutto – di inizio Settecento. Interrogativi e ricerche per ‘pensare’ la poesia e il ruolo dell’intellettuale

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