A translation for the first Italian staging of August Wilson's Jitney
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Abstract
Dai primi decenni del 1900, a causa della segregazione razziale che, de iure o de facto, separa bianchi e neri negli Stati Uniti, nei quartieri a maggioranza afro-americana delle città del nord si sviluppa un servizio di trasporto alternativo all’autobus e ai taxi regolari, che sono troppo costosi, non vanno in quei quartieri e soprattutto non fanno salire i neri. Si tratta dei jitney o gipsy cabs, che operano al di fuori della legge, ma danno opportunità di lavoro e fanno un servizio importante per la comunità, a somiglianza del moderno Uber. Il drammaturgo americano August Wilson ci porta all'nterno di una stazione di jitney nel 1977. Attraverso la voce dei tassisti e altri personaggi che popolano questo mondo, Wilson ci fa scoprire le storie, i conflitti e le piccole vittorie di una comunità afroamericana che nonostante le conquiste del movimento per i diritti civili continua a essere esclusa dal cosiddetto “sogno americano”. Questa è la prima traduzione italiana di un testo di August Wilson, che vedrà la luce come spettacolo messo in scena dal regista Renzo carbonera con la produzione della compagnia teatrale La Piccionaia