Lo studio presentato si è posto l’obiettivo di evidenziare gli effetti indotti sul vigneto dalla meccanizzazione della potatura invernale. A tal fine sono state applicate su tre distinti filari tre tecniche di potatura: potatura tradizionale eseguita a mano (tesi m), potatura meccanica con simultanea rifinitura a mano (tesi M+C) e potatura totalmente meccanica (tesi M). Per ognuna sono stati rilevati i parametri operativi, i costi di esercizio e le caratteristiche vegeto-produttive. I risultati ottenuti dimostrano che le tesi meccanizzate consentono di ridurre i tempi di lavoro del 92-94% e l’impiego di manodopera di oltre l’80%. Il costo relativamente contenuto dei mezzi meccanici adottati nelle due tesi meccanizzate rende conveniente l’acquisto anche per la gestione di piccole superfici di vigneto, anche nel caso si disponga di manodopera a costi ridotti. L’utilizzo della potatura meccanica ha causato danni trascurabili agli speroni che, nella forma più grave sono risultati all’incirca dell’1%. Ciò è ben compensato dal maggior numero di speroni lasciati e dal relativo maggior carico di gemme. Ad esempio, nella tesi M il carico di gemme è risultato circa tre volte più alto rispetto a quello ottenuto nella tesi m. Una situazione intermedia è stata registrata con la tesi M+C. Tale evidente differenziazione è stata equilibrata con efficacia dalle piante che, con l’elevato carico di gemme, hanno ridotto il germogliamento, la fertilità e prodotto grappoli più piccoli e spargoli. Anche gli acini si presentavano più piccoli con bucce più spesse e resistenti. Infine, nei filari esaminati, in cui le tre modalità di potatura sono ripetute da molti anni, è stata eseguita una valutazione del Mal dell’esca. I dati rilevati hanno evidenziato una minore incidenza e gravità della malattia nei filari potati meccanicamente. Considerando tutti gli aspetti esaminati si può affermare che la meccanizzazione della potatura può rappresentare una valida scelta nella gestione del vigneto