Harbour sites as a support to the reconstruction of networks and influences: the case of the Mistras Lagoon (Sardinia, Italy)

Abstract

Ancient harbours and anchorages are valuable contexts to investigate the different material culture that could reach a region, and to reconstruct ancient commerce and connections between different areas. Moreover, as they usually present waterlogged and anoxic sedimentation conditions, organic materials are preserved in addition to ceramics and other inorganic objects, giving more elements to the archaeological reconstruction. This is the case of the Mistras lagoon in Central-West Sardinia. The lagoon has been identified as the harbour of the city of Tharros, active during the Punic period, from the 7th to the 3rd century BC. It is characterised by an interior sandy barrier, recognised as a palaeobeach; here the University of Cagliari held two archaeological excavations during the years 2014 and 2015, revealing a natural stratigraphy rich in archaeological materials, typical of a waterlogged site. The analysis of the carpological remains, seeds, and fruits, recovered by sampling 29 different stratigraphic units, reveals the presence of a great number of cultivated species. Some of the species identified were possibly introduced during that period to the island, together with agricultural practices and technologies that improved local cultivations. Concerning the xylological remains found in the excavations, some fragments of manufactured wood provide important information about objects of common use, while other fragments are attributable to remains of ships.Gli antichi porti e approdi sono siti di grande valore per ricostruire le antiche rotte commerciali e più in generale le connessioni tra diverse regioni. Inoltre, grazie alla frequente presenza di condizioni di sedimentazione anossiche, essi possono restituire non solo ceramiche e altri materiali inorganici, ma anche elementi organici, raramente preservati sui siti terrestri, che forniscono elementi aggiuntivi alla ricostruzione archeologica e paleoambientale. È questo il caso della laguna di Mistras, nella Sardegna centro-occidentale. La laguna è stata identificata come porto della città di Tharros in età punica, tra il VII e il III sec. a.C. Essa è caratterizzata nella parte interna da una cuspide sabbiosa, riconosciuta come una paleospiaggia; in quest’area, durante gli anni 2014 e 2015, l’Università degli Studi di Cagliari ha condotto due campagne di scavo archeologico che hanno consentito di indagare una stratigrafia di formazione naturale ricchissima di materiali archeologici, tipica di un sito impregnato d’acqua. L’analisi dei reperti carpologici, semi e frutti recuperati grazie al campionamento sistematico dei sedimenti, sta rivelando la presenza di un gran numero di resti di specie coltivate. Alcune di queste furono probabilmente introdotte nell’Isola durante il periodo in questione, altre sono già attestate durante i periodi precedenti e continuano ad essere sfruttate con nuovo impulso. Per quanto riguarda i resti xilologici rinvenuti negli scavi, alcuni frammenti di legno lavorato forniscono importanti informazioni su oggetti di uso comune, mentre altri sono attribuibili a resti di imbarcazion

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