Il contributo si inserisce nel quadro di un progetto di ricerca che esamina in che modo le politiche orientate al pari trattamento linguistico di donna e uomo vengono attuate nei testi giuridicoamministrativi della Svizzera plurilingue. Le nostre indagini si basano su un corpus costituito dai testi del Foglio Federale pubblicati nelle tre lingue ufficiali a partire dalla fine del 1800. In questo articolo, ci concentriamo sulle soluzioni linguistiche il cui uso è sconsigliato dalle direttive in lingua tedesca. In particolare, ci chiediamo se le forme non ammesse nei manuali siano attestate nei testi ufficiali e quali possano essere le ragioni di un eventuale scarto tra la teoria e la pratica. La questione è affrontata da tre angolazioni: le forme divergenti rispetto alle norme linguistiche sono rilevate attraverso gli strumenti della linguistica dei corpora; le cause a cui sono riconducibili determinati usi sono indagate a partire da un approccio di linguistica testuale; la prospettiva interna degli attori viene, infine, messa in luce mediante interviste con i responsabili per la redazione di testi burocratici. Le nostre analisi mostrano, da un lato, una generale osservanza delle norme linguistiche; dall’altro, esse evidenziano come l’attività di stesura dei testi sia influenzata da una molteplicità di fattori, da cui può derivare di fatto una prassi eterogenea