Nei Quaderni del carcere il concetto di nazionale-popolare indica in primo luogo l’avvenuta combinazione di due grandezze – la nazione e il popolo – come effetto del secolare sviluppo dello Stato moderno. Tale legame si realizza, per Gramsci, nel modo più pieno nella Francia rivoluzionaria, con l’assorbimento attivo delle masse contadine nel disegno politico giacobino e la loro trasformazione in base permanente dello Stato. Il nazionale-popolare indica dunque la necessità – vitale per il potere moderno – di far sì che i contadini, che rappresentano l’enorme
maggioranza numerica della vita nazionale, da minacciosa forza sconosciuta si convertano in parte attiva della politica statale. A partire da questa combinazione o dalle forme del suo (parziale) fallimento si pongono nel mondo contemporaneo le questioni del popolo e della nazione, con le relative rappresentazioni ideologiche (populismo e nazionalismo) e la necessità di elaborare l’assimilazione e la funzionalizzazione delle masse popolari all’egemonia borghese nelle sue distinte declinazioni nazionali. I contributi raccolti in questo volume prendono in esame questa costellazione concettuale, esplorandone le varie dimensioni: storico-politica, artistico-letteraria e linguistico-educativa