Scambi culturali tra Italia e Francia nel XVI secolo: le lettere di Jacopo Corbinelli a Gian Vincenzo Pinelli (1579-1587) nel codice ambrosiano T 167 sup.

Abstract

Il lavoro ha per oggetto Fedizione delle lettere che Fesule fiorentino Jacopo Corbinelli, accolto in Francia sotto la protezione di Caterina de? Medici, invôtra il 1579 e il 1587 alferudito Gian Vincenzo Pinelli, intorno al quale a Padova si era costituito un vivace circolo di studiosi. Il carteggio, conservato nel codice T 167 sup. délia Biblioteca Ambrosiana di Milano, rappresenta una testimonianza di straordinario interesse culturale, che consente da un lato di illustrare la personalite i gusti letterari dei due corrispondenti, dalFaltro di conoscere aspetti significativi del pensiero, delFattiviâ éditoriale, delle vicende storico-politiche in Francia e in Italia nella seconda meâdel XVI secolo. Nel lavoro vengono presentate nuove notizie su Corbinelli, sulla sua famiglia e pu in generale sulFambiente intellettuale délia corte di Enrico III, airinterno délia quale Ferudito, superate le difficolâdei primi tempi delfesilio, si era distinto per pubblicazioni di importanti testi letterari, fino alla complessa operazione éditoriale délia Bella mano di Giusto de' Conti, apparsa a Parigi nel 1589, 1590 e, postuma, 1595; nel contempo era giunto a ricoprire incarichi di prestigio come lettore e segretario del re, entrando in stretto contatto con i pùfamosi personaggi del tempo. Le sue inedite lettere a Pinelli, che appartengono per stile e struttura al genere délia lettera familiare, rivelano le caratteristiche di un personaggio colto, curioso, testimone diretto di numerosi awenimenti accaduti a Parigi nel tumultuoso periodo storico delle guerre di religione, raccontati alFamico con incisiva efïîcacia. Largo spazio viene riservato agli interessi bibliografici, agli studi umanistici e aile questioni letterarie. Corbinelli affrontava con spirito critico-filologico le opere di autori greci e latini (basti citare, su tutti, Demetrio Falereo, Cicerone, Catullo), era attirato da testi di epoca tardo antica e medievale, come pure da quelli di natura scientifica e medica, ma soprattutto mostrava una notevole competenza nei confronti delle lingue volgari. A taie riguardo la corrispondenza attesta risultati di spicco nel campo degli studi romanzi, dedicati a spagnolo, catalano, antico francese, ma in spécial modo alFitaliano, con attenzione anche per le opere di autori estranei alla tradizione trecentesca fiorentina e alla linea arcaicizzante di Bembo. Di grande rilievo appaiono le critiche osservazioni nei confronti di Leonardo Salviati e degli accademici fiorentini, che documentano una diversa prospettiva di analisi dei testi. Grazie aile conoscenze acquisite in Francia, Ferudito sosteneva infatti una linea di pensiero autonoma e originale, che lo portava a proporre un nuovo canone di autori e a studiare Fitaliano in rapporta aile altre lingue, soprattutto il francese, secondo urfottica di indagine etimologico-comparativa. Tali innovative intuizioni trovano corrispondenza anche nelle note apposte sui libri identificati délia sua biblioteca, qui esaminata nelle varie fasi délia sua costituzione, che presentano interessanti spogli linguistici. Taie approccio consentiva a Corbinelli, anche in virh délia sua condizione di fuoruscito, di costruire un'alternativa aile scelte operate dai suoi contemporanei fiorentini, finendo cosl col conduire, su un piano diverso, una battaglia di opposizione ideologica al regime mediceo e alla sua cultura

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