È stato ampiamente dimostrato (Philipp Meuser, Hospitals and Health Centres, DOM Publisher, Berlin 2011) che un sapiente e controllato uso di luce e colore nell’architettura (sia in interni che in esterni) non può che migliorarne le performances. Va altresì precisato che il concetto di "colore" non possa (non debba) più coincidere banalmente con quello di "attintatura", ma possa (debba) allargarsi e comprendere i concetti di decorazione, iconizzazione, dinamismo, animazione: in una parola, di vera e propria "narrazione visiva". Se tale declinazione variabile degli elementi suesposti costituisce carattere un arricchimento per l’architettura in genere, a maggior ragione diventa essenziale e prezioso negli interni ospedalieri, nei quali la variabilità della visione attenua – fra l’altro - effetti percettivi statici, monotoni e ripetitivi, induttori di stati psicologici di ansia, noia e depressione