La mobilitazione politica dei giovani in Spagna: dai miraggi alle realtà

Abstract

Nel 2011 la Spagna ha visto una mobilitazione, quasi senza precedenti, che ha avuto come protagonista le diverse piattaforme di cittadini che hanno animato gli Indignados e il fenomeno del movimento 15M. La mobilitazione ha comportato una serie di manifestazioni, assemblee e proteste di natura non partitica, che hanno ottenuto una percezione positiva da parte del 70% degli spagnoli. Nel caso dei giovani, circa il 60% ha indicato che si trattava di un movimento che sarebbe dovuto continuare nel tempo (Studio CIS 2919-2011). Da allora tante voci, provenienti dalle scienze politiche, dalla sociologia e dalla psicologia sociale, hanno sostenuto l’idea che si fosse formata una cittadinanza critica, definita dalla volontà di prendere parte allo spazio pubblico per difendere principi quali la dignità, la giustizia e l’equità. Queste prese di posizione si basano sull’idea che si sia raggiunto un punto critico nella disaffezione politica rispetto agli attori socio-politici tradizionali (in particolare i partiti politici, ma anche i sindacati e le organizzazioni imprenditoriali), che ha portato alla nascita di movimenti che chiedono un cambiamento nel circuito della rappresentanza politica e nei modelli di gestione pubblica. D’accordo con questa interpretazione, si sarebbe raggiunto tra i cittadini un sufficiente grado di maturità e di motivazione per partecipare alla cosa pubblica, occupandosi di temi che fino a quel momento erano confinati in uno spazio politico di tipo corporativo

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