Il sito paleolitico di Guado San Nicola prende il nome dall’omonima località posta nelle immediate vicinanze della frazione di Sant’Eusanio, a qualche chilometro a nord-ovest del centro abitato di Monteroduni, in provincia di Isernia. Il giacimento, oggetto di scavi sistematici dal 2008, si trova a 250 m s.l.m., sulla sinistra idrografica del fiume Volturno

LEMBO, Giuseppe

MUTTILLO, Brunella

PERETTO, Carlo

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Il sito paleolitico di Guado San Nicola prende il nome dall’omonima località posta nelle immediate vicinanze della frazione di Sant’Eusanio, a qualche chilometro a nord-ovest del centro abitato di Monteroduni, in provincia di Isernia. Il giacimento, oggetto di scavi sistematici dal 2008, si trova a 250 m s.l.m., sulla sinistra idrografica del fiume Volturno

Archivio della Ricerca - Università degli Studi di Siena

Annali dell’Università di Ferrara Museologia Scientifica e Naturalistica ISSN 1824-2707 Volume 10/1A (2014)  3  INTRODUZIONE  Brunella Muttillo, Giuseppe Lembo, Carlo Peretto   This is the first detailed and complete summary for the Paleolithic site of Guado San Nicola (Monteroduni, Molise, Italy); the result of years of systematic research and interdisciplinary investigations began in the area since 2000. This monograph is, therefore, a compendium of specialised work carried out in recent years, only partially published or unpublished, ranging from the analysis of the geomorphology and geology of the site to the radiometric dating, from the paleontological and zooarchaeological research to the techno-typological analysis of the lithic industry. The site, due to the wealth and richness of archaeological material and the chrono-stratigraphic considerations, constitutes an important archive for a better understanding of the settlement, behavioural and technological dynamics related to the Italian and European prehistoric scenario.  __________________________________________________________________________________   Il sito paleolitico di Guado San Nicola a Monteroduni (Molise, Italia) trova in questa sede la sua prima sintesi dettagliata e compiuta, esito di anni di ricerche sistematiche ed indagini interdisciplinari inaugurate nell’area a partire dal 2000. Tale monografia rappresenta dunque un compendio dei lavori specialistici condotti in questi anni, inediti o solo parzialmente editi, che vanno dall’analisi della geomorfologia e geologia del sito alle datazioni radiometriche, dallo studio paleontologico e archeozoologico fino all’analisi tecno-tipologica dell’industria litica.  Il sito di Guado San Nicola si inserisce nel quadro del programma di ricerche, dalla forte connotazione interdisciplinare ed internazionale, intrapreso a partire dalla fine degli anni ‘70 dall’Università degli Studi di Ferrara nella provincia di Isernia.  Prospezioni, scavi, restauri, pubblicazioni scientifiche e divulgative, monografie, esposizioni temporanee unitamente a progetti museografici e museologici, attualmente in fieri, rappresentano un contributo determinante non solo ai fini della comprensione della storia dell’antico popolamento del Molise, ma per una migliore conoscenza delle dinamiche adattative ed insediative relative all’intero panorama preistorico italiano. Si tratta di significativi siti esplorati sistematicamente con impegno e assoluta passione, studiati in dettaglio con criteri interdisciplinari tra i quali si ricordano La Pineta di Isernia (Peretto, 2013), Grotta Reali a Rocchetta a Volturno (Peretto, 2012; Rufo, 2008), Morricone del Pesco (Sigari, 2013; Sigari et al., 2014) e San Lorenzo a Civitanova del Sannio (Fontana & Minelli, 2010; Peretto & Minelli, 2006), Colle delle Api (Arzarello et al., 2009; Peretto & Minelli, 2006) e Guado San Nicola (Peretto et al., 2013) a Monteroduni. In questo contesto il sito di Guado San Nicola rappresenta una sorta di trait d’union tra le più   antiche testimonianze preistoriche del territorio regionale, riferibili al giacimento paleolitico di Isernia La Pineta con i sui 600.000 anni (Peretto, 2013) e quelle più recenti del Paleolitico medio, attestate in maniera significativa, oltre che da una ricca collezione di reperti frutto di raccolte di superficie condotte capillarmente nel territorio della provincia di Isernia, dal sito di Grotta Reali a Rocchetta a Volturno, risalente a circa 40.000 anni fa (Peretto, 2012). Il giacimento di Guado San Nicola si colloca quindi tra questi due fondamentali capisaldi, contribuendo a colmarne lo spazio e le distanze, fornendo informazioni quanto mai preziose per il completamento del quadro sull’origine del popolamento umano e della sua evoluzione in relazione alle dinamiche tecnologiche, insediative, adattative e comportamentali.  Il fil rouge che lega i diversi livelli antropici individuati è una industria litica caratterizzata da un consistente numero di bifacciali, dalle forme e dimensioni più disparate, confezionati prevalentemente a spese di lastrine di selce. Il bifacciale, oggetto inesauribile di dibattito, compare precocemente nella storia dell’uomo1 e ne caratterizza gli sviluppi successivi per centinaia di migliaia di anni. Manufatto dal carattere ubiquitario, resta ad oggi                                                           1 I primi bifacciali sono stati rinvenuti in Africa all’incirca 1.7 milioni di anni fa nel sito di keniota di Kokiselei (1.76 Ma; Lepre et al., 2011). In Europa invece le più antiche testimonianze ascrivibili all’Acheuleano (o Modo 2), a parte i siti spagnoli dibattuti di Cueva Negra e Solana del Zamborino (datati, rispettivamente, a 0.9 Ma e 0.76 Ma; Scott & Gibert, 2009), risalgono a circa 600mila anni fa e provengono dai siti francesi Caune de l’Arago (~0.57 Ma; Barsky & de Lumley, 2010) e La Noira (~0.68 Ma; Despirée et al., 2010) e dal sito italiano di Notarchirico (~ 0.68 Ma; Lefèvre et al., 2010). B. Muttillo, G. Lembo, C. Peretto / Annali dell'Università di Ferrara, Mus. Sci. Nat. Volume 10/1A (2014)  4  sostanzialmente enigmatico, sulla cui funzione non si è ancora giunti ad un accordo (Fig. 1). L’insieme litico di Guado San Nicola acquista poi particolare rilevanza anche per l’attestazione del metodo Levallois, la cui comparsa, che convenzionalmente segna l’inizio del Paleolitico medio, è tradizionalmente associata a cambiamenti legati alla sfera cognitiva e comportamentale (tra gli altri: Fontana et al., 2013; Moncel et al., 2012; Wiśniewski, 2013). Il caso specifico dell’industria litica di Guado San Nicola va quindi a rinfocolare il dibattito sull’origine del Musteriano, sulla sua cronologia e sulle relazioni con i complessi acheuleani (Foley & Lahr, 1997; Rolland, 1995; Truffeau, 1995; White & Asthon, 2003).  Ma l’importanza del sito non si limita alla sola sfera tecno-economica: ben oltre porta infatti lo studio del giacimento, ovvero ad approfondimenti e problematiche a carattere cronologico relativamente agli eventi geomorfologici, sedimentologici, paleontologici e radiometrici che sembrano non trovare posizioni condivise di assoluta convergenza, nell’ambito di un dibattito di estremo interesse ed attualità in merito alla nostra storia evolutiva.  Si cercherà, dunque, nelle pagine e nei capitoli che seguono, di delineare un quadro quanto mai oggettivo e approfondito di ogni aspetto che possa essere utile alla comprensione e alla ricostruzione dei fattori riconducibili alle dinamiche del gruppo umano che visse a Guado San Nicola.    Fig.1 - Guado San Nicola. Bifacciale in selce in fase di scavo dal q. AU14 US B (foto C. Peretto). Annali dell’Università di Ferrara Museologia Scientifica e Naturalistica ISSN 1824-2707 Volume 10/1A (2014)  5  1 - IL SITO DI GUADO SAN NICOLA  Giuseppe Lembo, Brunella Muttillo, Carlo Peretto   The archaeological site of Guado San Nicola, discovered in 2005 and in process of systematic exploration since 2008 under the direction of professor Carlo Peretto (University of Ferrara), takes its name from a village located in the province of Isernia, at 2 kilometres north-west of the town of Monteroduni. The site, located on the left bank of the Volturno River, less than a kilometre away from it, is located approximately at 250 m.a.s.l. The area of interest lies in the upper valley of the river Volturno, located roughly in the south-western portion of Molise. In this area there are the major orographic systems of the Molise Apennines, the southern reliefs of Mainarde and the central-western range of Matese, separated by the valley of the Volturno just off the town of Monteroduni. The excavation of an area of 98 m² allowed the collection of a rich lithic industry in several archaeological levels, associated with faunal remains. __________________________________________________________________________________  1.1 - LOCALIZZAZIONE DEL SITO    Il sito paleolitico di Guado San Nicola prende il nome dall’omonima località posta nelle immediate vicinanze della frazione di Sant’Eusanio, a qualche chilometro a nord-ovest del centro abitato di Monteroduni, in provincia di Isernia (Fig. 1.1.1). Il giacimento (Lon/Lat: 14° 8'58"; 41°31'59"), oggetto di scavi sistematici dal 2008, si trova a 250 m s.l.m., sulla sinistra idrografica del fiume Volturno, dal quale dista circa un chilometro in linea d’aria (Arzarello et al., 2009; Peretto & Minelli, 2006). L’area ricade nell’alta valle del fiume Volturno che, collocata grossomodo nella porzione sud-occidentale del Molise (Fig. 1.1.2), viene a trovarsi proprio al limite tra i maggiori affioramenti di formazioni calcaree-dolomitiche mesozoiche dell’Appennino campano e di quelli carbonatici del bacino mesozoico-terziario molisano-sannitico. In questa area ricadono i maggiori sistemi orografici dell’Appennino molisano, i rilievi meridionali delle Mainarde e quelli centro-occidentali del Matese, separati dalla valle del Volturno in corrispondenza del territorio di Monteroduni (Cocco, 1971).     Fig. 1.1.1 - Localizzazione dei siti di Guado San Nicola (in arancio) e di Colle delle Api (in celeste) in relazione al fiume Volturno (a sinistra) e al centro abitato di Monteroduni (in basso a destra). Ortofoto 1:25000.  Modificato da www.pcn.miniambiente.it (elaborazione grafica G. Lembo). B. Muttillo, G. Lembo, C. Peretto / Annali dell'Università di Ferrara, Mus. Sci. Nat. Volume 10/1A (2014)  6    Fig. 1.1.2 - Posizione geografica del sito di Guado San Nicola (elaborazione grafica G. Lembo).  Fig. 1.1.3 - Ubicazione cartografica in scala 1:5000 del sito di Guado San Nicola (A), del sito di Colle della Api (B), dei sondaggi stratigrafici (S) e delle sezioni stratigrafiche messe in luce da lavori precedenti (C) (elaborazione grafica G. Lembo).   1.2 - STORIA DELLE RICERCHE   Una delineazione completa e compiuta del quadro delle ricerche nel sito di Guado San Nicola non può prescindere dalla scoperta, nel 2000, di un altro giacimento paleolitico situato in località Colle delle Api, a soli 100 m di distanza a nord del sito di interesse.    La scoperta fortuita di una diafisi di elefante e di un bifacciale in selce ad opera di Angelo Scioli, durante i lavori di sistemazione del terreno di sua proprietà, ha posto le basi per una ricognizione dell’area e per la realizzazione di un sondaggio di scavo. Un’accurata verifica stratigrafica condotta a Colle delle Api nel 2005 su una superficie di ca. 3 mq, sotto la direzione scientifica del prof. Carlo Peretto, ha consentito di mettere in luce un livello antropico caratterizzato dalla presenza di manufatti litici e di resti faunistici, all’interno di una successione stratigrafica frutto di apporti fluvio-lacustri e piroclastici (Arzarello & Peretto 2006; Coltorti et al., 2006; Ricciardi, 2006; Sala & Thun Hohenstein, 2006). Quasi contestualmente all’indagine svolta in località Colle delle Api, veniva segnalato un ulteriore rinvenimento di diversi manufatti litici, tra cui un bifacciale, da Concetta Leone, proprietaria di un terreno in località Guado San Nicola. Successive prospezioni consentirono la raccolta di altro materiale e la conferma dell’importanza del ritrovamento. Non si esclude che i due ritrovamenti, di Colle delle Api e di Guado San Nicola, appartengano a contesti paleolitici tra loro relazionabili, pur nell’ambito di una o più fasi di frequentazione antropica della stessa area (Fig. 1.1.3).  L’importanza archeologica dei rinvenimenti ha giustificato l’avvio, a partire dal 2008, di una proficua serie di campagne di scavo (Fig. 1.1.4) in località Guado San Nicola, sotto la direzione scientifica del prof. Carlo Peretto dell’Università degli Studi di Ferrara, su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Ai lavori e allo studio dei materiali e delle evidenze stratigrafiche hanno collaborato studenti universitari, dottorandi, assegnisti di ricerca, oltre a numerosi ricercatori di istituzioni nazionali e internazionali.      Fig. 1.1.4 - Guado San Nicola. Planimetria dell'area di scavo indagata nel corso degli anni. La lettera S individua il punto del sondaggio a carota continua (elaborazione grafica G. Lembo). B. Muttillo, G. Lembo, C. Peretto / Annali dell'Università di Ferrara, Mus. Sci. Nat. Volume 10/1A (2014)  7   Lo scavo, condotto nel 2008 su di un’area di 28 mq, aveva già messo in luce gli elementi salienti del giacimento, sia dal punto di vista stratigrafico che archeologico; i successivi ampliamenti, dal 2009 al 2013, uniti all’analisi geomorfologica dell’area, hanno consentito di ampliare esponenzialmente la mole di dati a disposizione per l’interpretazione del sito, con un’indagine sistematica di una superficie complessiva di 98 m2. Lo scavo ha restituito migliaia di reperti litici e faunistici che, distribuiti in diverse unità stratigrafiche (US A*B, US B, US B*C, US C), sono stati cartografati e georeferenziati (Figg. 1.1.5 - 1.1.12).    Fig. 1.1.5 - Guado San Nicola. Distribuzione areale dei reperti della US A*B (elaborazione grafica G. Lembo).    Fig. 1.1.6 - Guado San Nicola. Mappa di frequenza dei reperti della US A*B (elaborazione grafica G. Lembo).    Fig. 1.1.7 - Guado San Nicola. Distribuzione areale dei reperti della US B (elaborazione grafica G. Lembo). B. Muttillo, G. Lembo, C. Peretto / Annali dell'Università di Ferrara, Mus. Sci. Nat. Volume 10/1A (2014)  8    Fig. 1.1.8 - Guado San Nicola. Mappa di frequenza dei reperti della US B (elaborazione grafica G. Lembo).    Fig. 1.1.9 - Guado San Nicola. Distribuzione areale dei reperti della US B*C (elaborazione grafica G. Lembo).    Fig. 1.1.10 - Guado San Nicola. Mappa di frequenza dei reperti della US B*C (elaborazione grafica G. Lembo). B. Muttillo, G. Lembo, C. Peretto / Annali dell'Università di Ferrara, Mus. Sci. Nat. Volume 10/1A (2014)  9    Fig. 1.1.11 - Guado San Nicola. Distribuzione areale dei reperti della US C (elaborazione grafica G. Lembo).    Fig. 1.1.12 - Guado San Nicola. Mappa di frequenza dei reperti della US C (elaborazione grafica G. Lembo).   Oltre alle attività di esplorazione (Fig. 1.1.13-15), particolare attenzione è stata posta nella definizione degli aspetti stratigrafici (Fig. 1.1.16), supportati da campionamenti specifici per le analisi di laboratorio. Una capillare ricognizione della zona (Fig. 1.1.17) è stata fondamentale ai fini della formulazione di ipotesi evolutive a valenza geomorfologica e paleoambientale, necessarie per una esaustiva comprensione delle modalità di formazione dell’intera area, correlabili agli elementi emersi dallo scavo sistematico del giacimento. A tale scopo sono stati realizzati una serie di sondaggi stratigrafici (S 1-4), un sondaggio a carota continua di oltre 20 metri di profondità (S) (Fig. 1.1.18) praticato a ridosso dell’area di scavo (Fig. 1.1.4) e la verifica di sequenze stratigrafiche messe in luce da lavori agricoli e da attività di estrazione di materiale per usi industriali quali, ad esempio, quella identificata e poi indicata come Cava 1. Quest’ultima, localizzata a circa 300 m in linea d'aria a N-E dello scavo, rappresenta quanto rimane delle attività di estrazione della pozzolona. Appare ben visibile una parete esposta di oltre tre metri rispetto all’attuale piano di calpestio, risultato dello sfruttamento in profondità del materiale vulcanico (Fig. 1.1.19). La sequenza stratigrafica è stata rilevata in dettaglio e campionata allo scopo di accertarne la composizione mineralogica e definirne le modalità di sedimentazione. L’insieme è caratterizzato, nella parte bassa, da abbondanti depositi sabbiosi ricchi in materiali vulcanici con pochi frammenti ossei di piccole dimensioni, molto fluitati, e resti di molluschi.   L’integrazione dei dati di scavo con i risultati desunti dalle analisi dei materiali e di laboratorio, intensificatesi in particolar modo negli ultimi anni, ha consentito la ricostruzione di un quadro preciso dell'antico ambiente e delle dinamiche adattative e comportamentali dei gruppi umani che lo abitarono. B. Muttillo, G. Lembo, C. Peretto / Annali dell'Università di Ferrara, Mus. Sci. Nat. Volume 10/1A (2014)  10       Fig. 1.1.13 - Guado San Nicola. Attività di esplorazione svolte da ricercatori, dottorandi e studenti provenienti da istituzioni nazionali e internazionali (foto B. Muttillo). Fig. 1.1.14 - Guado San Nicola. Utilizzo della stazione totale per la georeferenziazione dei reperti rinvenuti (foto C. Peretto).    Fig. 1.1.15 - Guado San Nicola. Bifacciale in selce rinvenuto in fase di scavo (foto B. Muttillo). B. Muttillo, G. Lembo, C. Peretto / Annali dell'Università di Ferrara, Mus. Sci. Nat. Volume 10/1A (2014)  11    Fig. 1.1.16 - Guado San Nicola. Veduta della sezione NW/SE della sequenza stratigrafica dei qq. P12-P11-P10-P9 (da dx a sx) (foto G. Lembo).        Fig. 1.1.17 - Fase di ricognizione sulla riva del fiume Volturno distante poche centinaia di metri dal sito di Guado San Nicola (foto G. Lembo).  Fig. 1.1.18 - Guado San Nicola. Sondaggio stratigrafico a carota continua che ha raggiunto la profondità di 20 metri (foto C. Peretto).   B. Muttillo, G. Lembo, C. Peretto / Annali dell'Università di Ferrara, Mus. Sci. Nat. Volume 10/1A (2014)  12    Fig. 1.1.19 - Sezione stratigrafica della Cava 1 ubicata a poche centinaia di metri dal sito archeologico di Guado San Nicola, messa in luce da attività per estrazione di materiale ad uso industriale (foto C. Peretto). 

Il sito di Guado San Nicola

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