Bearzi, Francesco

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Eunomia. Rivista di studi su pace e diritti umani Eunomia XI n.s. (2022), n. 2, 131-136 e-ISSN 2280-8949 DOI 10.1285/i22808949a11n2p131 http://siba-ese.unisalento.it, © 2022 Università del Salento   131  FRANCESCO BEARZI RICERCATORE ESPÉRO  Ricercando bussole di pace, equità e sostenibilità insieme agli adolescenti    All’inizio della pandemia, si manifestò prontamente, ad ogni educatore degno di questo nome, l’imprescindibilità di una straordinaria intensificazione dei processi di ascolto attivo, di empatia e di pensiero riflessivo, nel contesto di una trasformativa relazione con l’ecosistema, volta al superamento della sfida della sostenibilità e della cittadinanza globale.1 Vi è evidenza del fatto che la maggior parte degli insegnanti abbia superato questa prova durante il détournement stimolato dal primo lungo lockdown,2 al contrario della (sub)cultura economicistica che pretende oggi di riformare iniquamente e per decreto la scuola italiana, senza sollecitarne una democratica e creativa co-costruzione, generata dalle relazioni educative che la animano.3 Vi è purtroppo anche evidenza del fatto che l’umanità, nel complesso, non abbia messo a frutto tale détournement, tendendo                                                           1 Unesco, Education 2030. Educazione agli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, Unesco, Paris 2017; Id., Educazione alla Cittadinanza Globale. Temi e obiettivi di apprendimento, Unesco e Centro per la Cooperazione Internazionale, Paris-Trento 2018; F. Bearzi - D. Rodolico, Rethinking the space-time of learning: a transformative and democratic opportunity for education systems in a time of pandemic, in AA.VV., Proceedings of the 2nd International Conference of the Journal Scuola Democratica “Reinventing Education”, 2-5 June 2021, 3 voll., Associazione “per scuola democratica”, Roma 2021, vol. 2, pp. 315-326. 2 ICFE [International Commission on the Futures of Education], Education in a post-COVID world. Nine ideas for public action, Unesco, Paris 2020; Id., Reimagining our Futures Together. A new social contract for education, Unesco, Paris 2021; M. Baldacci, La pandemia e il fallimento della scuola-azienda, «MicroMega», 4 (2020), pp. 147-157. 3 F. Bearzi, Per un’idea di scuola post-pandemica: democratica, scientifica e trasformativa, «Nuova Secondaria Ricerca» 8 (2022), pp. 61-70; F. Bearzi - S. Colazzo S. (2022), New WebQuest. Apprendimento cooperativo, comunità creative di ricerca e complex learning nella scuola di oggi, FrancoAngeli, Milano 20222. Francesco Bearzi  132 a ricadere nel divertissement,4 nonché nella riduzione della dissonanza cognitiva vanificante lo stesso magistero della storia.5 Dagli adolescenti emergono, al contrario, forti segnali trasformativi, nel germinare di una “relazionalità ecosistemica” che punta alla centralità della relazione stessa, precedente la distinzione tra i termini “uomo” e “natura”, caratterizzata dal senso di interdipendenza, nonché tendenzialmente in ascolto attivo e aperta a nuovi equilibri dinamici, versus una “relazionalità intenzionale”, caratterizzata dal senso di autonomia soggettiva e di differenza esclusiva, nonché tendenzialmente sorda e dominatrice.6 Nel travaglio del pathei mathos pandemico, soprattutto attraverso la contemplazione della natura e la ricerca di relazioni umane autentiche, molti adolescenti hanno offerto preziosi insegnamenti a riguardo.7   Se spontaneamente, sin dall’inizio, si poteva guardare alla pandemia con la fiduciosa speranza di coglierne preziose opportunità, il 24 febbraio 2022 la «criminale»8 invasione dell’Ucraina si è imposta come un’autentica irruzione dell’assurdo, disorientante persino i ministeri della difesa e i servizi di intelligence dell’Europa non angloamericana. Resta comunque valido, persino nei contesti più drammatici e dolorosi, il principio di tentare di convertire ogni criticità in stimoli trasformativi ed evolutivi. Analogamente a quanto avvenne durante il lockdown, gli educatori italiani più attenti, nonché meno incapacitati dall’istanza impiegatizia del completamento del tradizionale “programma” ‒ non molti, per la verità, a differenza del consueto segmento di eccellenza della scuola primaria ‒, si sono sentiti chiamati all’apertura immediata di un apposito dialogo con gli adolescenti, nella prospettiva, terribilmente complessa e delicata, della co-costruzione di rinnovate concezioni di pace, equità e sostenibilità. Focus group, interviste in profondità ‒ per cui                                                           4 F. Bearzi - E. Orezzi - S. Colazzo, Ri-Generazione Z. La seconda primavera pandemica raccontata dagli adolescenti, Armando, Roma 2022. 5 F. Rampini, Fermare Pechino. Capire la Cina per salvare l’Occidente, Mondadori, Milano 2021, pp. 277-278. 6 F. Bearzi, Snorkeling ricreativo, relazionalità ecosistemica ed Educazione allo Sviluppo Sostenibile, in S. Colazzo (Ed.), Animazione socio-culturale, intrattenimento educativo, outdoor education, Armando, Roma 2021, pp. 156-176; Id., Re-immaginare il futuro insieme agli adolescenti nella scuola post-pandemica, «Quaderni di Pedagogia della Scuola», 1 (2022), pp. 129-136, in stampa.  7 F. Bearzi- E. Orezzi - S. Colazzo, Ri-Generazione Z, cit.; P. Bignardi - S. Didoné S. (Eds.), Niente sarà più come prima. Giovani, pandemia e senso della vita, Vita e Pensiero, Milano 2021; F. Bearzi et al., Aprile 2020. Il mondo della pandemia raccontato dagli adolescenti, Armando, Roma 2020. 8 N. Chomsky, Perché l’Ucraina, Adriano Salani, Milano 2022, pp. 74, 78. Ricercando bussole di pace, equità e sostenibilità insieme agli adolescenti  133 si rimanda a prossime pubblicazioni ‒, lezioni dialogate, problem based learning, contribuivano all’emersione di mutamenti epocali della semiosfera adolescenziale, segnati in primo luogo dalla condivisione empatica del vissuto degli ucraini ‒ per lo più coetanei ‒ sui social network (in particolare Tik Tok), in un contesto di “plenitudine digitale”,9 che trainava una profonda consapevolezza dell’assurdità di ogni guerra e del fatto che la pace, la democrazia, la libertà e la giustizia sociale costituiscono beni comuni di inestimabile valore, da preservare ad ogni costo. Ciò catalizzava il sempre vivo interesse per la storia contemporanea, nella riscoperta della pregnanza della dimensione geopolitica. Tale fertile terreno consentiva di approfondire, in un contesto di information literacy trascendente il provincialismo e l’autoreferenzialità dei media italiani, tendenzialmente rispecchianti quelli della classe dirigente,10 la storia più o meno recente dei rapporti tra Occidente e Federazione Russa, muovendo da fatti elementari, tuttora ignoti alla maggioranza dei cittadini italiani, quali la guerra nel Donbass in corso da otto anni e l’ancor più complessa crisi politica che la innescò, e richiedendo ‒ almeno nelle classi liceali terminali ‒ la trattazione di un modulo straordinario sulle vicende globali dal 1991 a oggi, con sintetici e indispensabili accenni ai pregressi processi strutturali.  Una nuova e ancor più destabilizzante irruzione dell’assurdo nella semiosfera occidentale si spalancava all’inizio di aprile, con l’emersione di indubbi orrori, pur dai contorni ancora ufficiosi, che ispiravano inevitabili paralleli con il contrasto ai regimi totalitari durante il secondo conflitto mondiale, non privi di analogie con la stessa Resistenza italiana.11 A quel punto, l’Occidente, ancora tra i principali beneficiari ‒ limitatamente ai propri vertici ‒ delle iniquità del sistema economico globale, è stato chiamato a riscoprire la luminosità della propria secolare tradizione liberaldemocratica, priva di spessore se non coniugata alle istanze del socialismo. Si imponeva dunque uno spinosissimo problema su cui lavorare insieme agli adolescenti nei sistemi educativi occidentali: come coniugare la difesa dei propri valori fondanti e la                                                           9 J.D. Bolter, The Digital Plenitude, MIT, Cambridge MA 2019; R. Maragliano, Zona franca: per una scuola inclusiva del digitale, Armando, Roma 2019. 10 F. Rampini, Fermare Pechino, p. 293. 11 N. Chomsky, Putin dovrebbe essere processato, ma come tutti i potenti è autoimmune, «Corriere della Sera», 20 aprile 2022; Id., Perché l’Ucraina, cit. Francesco Bearzi  134 resistenza all’oppressione, perpetrata da un regime dittatoriale scivolante verso derive totalitarie, con la costruzione della pace mondiale? Restando pienamente valida, parola per parola, la luminosa prospettiva offerta dall’Unesco12 ante bellum ‒ ma non ante le 27 guerre dimenticate in corso sul pianeta, alcune delle quali con gravi corresponsabilità occidentali ‒, alcune considerazioni maturate insieme agli adolescenti appaiono meritevoli di attenzione. Ogni dissidio si risolve civilmente attraverso il dialogo; chi lo incoraggia per primo e in termini adeguati dimostra sempre saggezza. In un’ottica interculturale, ogni singola comunità promuove la pace partecipando in termini paritetici alla co-costruzione di nuovi punti preliminari di equilibrio e di accordo, tanto provvisori quanto imprescindibili. Tali punti ripristinano incoativamente la fiducia reciproca, nella prospettiva di una pace kantianamente perpetua. Lungi dal costituire una temporanea tregua che pone pretestuose premesse di ulteriori conflitti, essi mirano ad edificare impegnativi, lungimiranti e trasformativi futuri, sotto la supervisione di riformande Nazioni Unite. Un dialogo autentico non può muovere da pretese unilaterali di verità, ma deve fondarsi sull’umile riconoscimento delle proprie mancanze storiche, vicine e lontane, sorretto dal coraggio di confrontarsi autenticamente con l’Altro, discutendo tra pari, o più precisamente nella “reciprocità asimmetrica”13 eticamente tesa al futuro di una nuova comune identità umana. Invece di pretendere di insegnare ai russi ‒ e alla comunità cinese, ancor più cruciale per i destini dell’umanità quantitativamente e qualitativamente14 ‒ la “superiorità” del nostro prezioso ordinamento liberal-democratico, che dopo gli orrori visti a Bucha o a Mariupol persino molti pacifisti si sono sentiti pronti a difendere con le armi, o di volerlo addirittura imporre mediante sempre più improbabili pressioni economiche e militari, i costruttori di pace, equità e sostenibilità riconoscono la via maestra per edificare futuri degni di essere vissuti nella ricostruzione del valore penetrativo di tale ideale, rappresentato nella sua purezza. Si può quantomeno sperare, in una semiosfera globalizzata, pienamente controllabile solo in regimi compiutamente totalitari, nella contaminazione di modi di vivere migliori. La                                                           12 ICFE, Reimagining our Futures Together, cit. 13 S. Colazzo - A. Manfreda, La comunità come risorsa, Armando, Roma 2019, pp. 131-135. 14 F. Rampini, Fermare Pechino, cit. Ricercando bussole di pace, equità e sostenibilità insieme agli adolescenti  135 testimonianza di una società pacifica, equa e sostenibile, di un ordinamento liberale, democratico e socialista, di una comunità felice, capace di resistere alle derive idolatriche dell’ideologia unica neoliberista15 e di abbracciare un rigenerato modello economico dello sviluppo umano, non antropocentrico e non individualistico,16 conterà ben più dell’efficienza militare, che pur nell’immediato non è affatto salutare mettere in discussione. Saremo credibili nei nostri valori, ai nostri occhi e a quelli dei fratelli umani di altre culture, solamente se essi saranno autentici. Viceversa, cadremo noi stessi in spirali di neo-imperialismi, populismi, sovranismi ‒ o peggio ‒, tra cui già fatichiamo a galleggiare. Non si tratta dunque di vantare atlanticamente titoli di superiorità, specie sulla scorta dell’evidenza dei frutti di una NATO che ha giustificato la propria esistenza con l’esigenza di gestire le minacce provocate dal proprio stesso allargamento,17 bensì di maturare, con umiltà, la consapevolezza storica di preziosi secolari carismi; riconoscendo che altri millenari carismi, quelli delle culture collettivistiche, conservano per noi (e per quelle culture stesse) immensi insegnamenti. Non si tratta neppure di autoflagellarsi, in termini suicidi, riconoscendoci impropriamente come “impero del male”, amplificando i nostri difetti e sottostimando, ad esempio, quelli dell’imperialismo del regime etnocentrico e autoritario han, da quasi un lustro tornato alla guida unica.18 Il mondo europeo, specie nordeuropeo, che pur rischia di recitare idealistici ruoli da “velleitaria superpotenza erbivora in un mondo di carnivori”,19 può considerarsi depositario di un ulteriore prezioso carisma, ovvero di una profonda e non strumentale consapevolezza del carattere epocale della sfida della sostenibilità. Anche qui, d’altra                                                           15 Papa Francesco, Lettera enciclica Fratelli Tutti (3 ottobre 2020), n. 168; N. Chomsky, The Precipice. Neoliberalism, the pandemic and the urgent need for radical change, Penguin, London 2021; V. Lamattina, For a creative counterculture. The hegemonic power of (adult) education, in AA.VV., Proceedings, cit., vol. 1, pp. 1067-1077. 16 A.K. Sen, Lo sviluppo è libertà (1999), tr. it. di G. Rigamonti, Mondadori, Milano 2000; Id., L’idea di giustizia (2009), tr. it. di L. Vanni, Mondadori, Milano 2010; M. Baldacci, Per un’idea di scuola, FrancoAngeli, Milano 2014, pp. 46-71; T. Demals - A. Hyard, Is Amartya Sen’s sustainable freedom a broader vision of sustainability?, «Ecological Economics», 102 (2014), pp. 33-38; S. Colazzo - A. Manfreda, La comunità, cit., pp. 100-104; A. Fabiano, Per un nuovo paradigma educativo durante la Pandemia, «Formazione e Insegnamento», 1 (2021), pp. 179-191. 17 N. Chomsky, Perché l’Ucraina, cit., p. 34. 18 F. Rampini, Fermare Pechino, cit. 19 Ibid. Francesco Bearzi  136 parte, le culture collettivistiche, specie nel variegato universo orientale, non privo di espressioni liberaldemocratiche, hanno molto da insegnare, in quanto nei loro valori fondanti riluce più chiaramente la suddetta relazionalità ecosistemica, ora a rischio di totale snaturamento nella crescita di progetti di dominio degni della più deteriore relazionalità intenzionale, tra l’altro alimentati dallo strapotere delle Big Tech e dal controllo delle materie prime per la produzione di energie rinnovabili. Un dialogo profondo sulla suddetta virtuosa base, a cui individualisti e collettivisti possono giungere da sponde opposte, ma non affatto prive di contaminanti porosità, per partorire il meglio della propria identità culturale, può persuadere ambo le parti che uno scontro di civiltà per la conquista del pianeta risulterebbe catastrofico, non soltanto per il rischio nucleare. Si porgono queste riflessioni, in ultima analisi sollecitate dagli stessi adolescenti, ancora una volta molto più puri e saggi degli adulti, nonché capaci di re-immaginare futuri pacifici, equi e sostenibili, all’attenzione del dialogo interno alle comunità educanti di una scuola cooperativa e democratica, «laboratorio di semiosfera»,20 che offre bussole, non mappe,21 di pace.   25 aprile 2022                                                                 20 S. Colazzo - R. Maragliano, Ancora sul valore dei dati, «Nuova Secondaria», 8 (2022), p. 10. 21 G. Bertagna, La scuola al tempo del covid. Tra spazio di esperienza ed orizzonte di attesa, Studium, Roma 2020, pp. 60 ss. 

Ricercando bussole di pace, equità e sostenibilità insieme agli adolescenti

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