Fiammetta Sabba

Sabba, Fiammetta

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Erika Guadagnin, La ‘Philosophia’ nella Grande Galleria. Un modello bibliografico per reimmaginare le collezioni dei duchi di Savoia, Milano, Ledizioni, 2022

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Bibliothecae.it, 11 (2022), 2, 441-445 DOI <10.6092 /issn.2283-9364/16290>© The Author(s) 2022. This is an Open Access article distributed under the terms of the Creative Commons Attribution License (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/), which permits unre-stricted reuse, distribution, and reproduction in any medium, provided the original work is properly cited.Erika Guadagnin, La ‘Philosophia’ nella Grande Galleria. Un mo-dello bibliografico per reimmaginare le collezioni dei duchi di Savoia, Milano, Ledizioni, 2022, 537 p., ill., (Editoria. Presente e futuro), isbn 978-88-552-6641-3, € 49,00.Il volume La ‘Philosophia’ nella Grande Galleria. Un modello bi-bliografico per reimmaginare le collezioni dei duchi di Savoia di Erika Guadagnin fa parte delle molteplici iniziative di ricerca e di resa pub-blica dei risultati del progetto “Documenti per lo studio delle colle-zioni dei duchi di Savoia e della Grande Galleria”.La prefazione, a firma di Maurizio Vivarelli, tra i principali ani-matori dell’ambizioso e ricchissimo progetto, inserisce la collezione libraria oggetto del volume (attraverso l’analisi di una sua porzione) nel quadro del modello totalizzante della conoscenza coeva – Thea-trum omnium disciplinarum - immaginato dal duca e dal gruppo di 19 illuminati eruditi e accademici torinesi guidato da Ludovic Demoulin de Rochefort. La Grande Galleria dei duchi di Savoia, inaugurata da Carlo Ema-nuele I nel 1608 e poco dopo però drasticamente violata da un in-cendio nel 1667 e riordinata per ciò che era possibile a inizio del Set-tecento dall’abate savoiardo Filiberto Maria Machet, si configurava, infatti, come un complesso dispositivo architettonico, simbolico ed encomiastico all’interno del quale erano raccolti e ordinati oggetti di varia natura, di cui negli anni si sono occupate le diverse discipline competenti sperimentando prospettive interdisciplinari per restituire 442Bibliothecae.it11 (2022), 2, 442-445Recensioniuna ricostruzione più fedele possibile della complessità di questa col-lezione, e contribuendo a «esplicitarne le diverse implicazioni stori-che, artistiche, documentarie e filosofico-concettuali» (p. 21). Il volume della Guadagnin, attraverso l’analisi del documento più rilevante, l’inventario redatto a partire dai primi mesi del 1659 dal bi-bliotecario di corte Giulio Torrini con l’aiuto del figlio Bartolomeo e di altri collaboratori (Recognitione osia inventaro de libri ritrouati nelle guardarobbe della Galleria di S.A.R.le), presenta sì gli esiti delle diver-se linee di studio e di ricerca, ma, in particolare, la ricostruzione del contenuto bibliografico della quarta guardarobba, dedicata all’ambito della Philosophia, intitolata Philosophia Rationalis Naturalis Moralis e composta da 959 unità bibliografiche. Sono precisamente 921 i “lemmi” di questa classe, ossia le segna-lazioni riferite e di cui viene proposta l’identificazione dell’opera e talvolta, ma con incertezze, dell’edizione. L’identificazione d’esempla-re è stata, infatti, si avverte, ostacolata dalle restrizioni d’accesso ai depositi dovute alla pandemia; tuttavia, è doveroso sottolineare come senza quel vaglio i risultati non siano ancora maturi per considerazioni bibliografiche specifiche oltre quelle di autori e opere presenti che, in-fatti, Guadagnin cerca di chiarire presentandole quando possibile con utili riferimenti repertoriali o bibliografici e con il supporto anche di strumenti catalografici successivi come l’Index alphabetique predispo-sto da Machet e concluso nel 1713, inventario di 768 pagine articolato in 37 sezioni di distribuzione di circa 10000 opere, che dimostra come ordinamento e sistemazione della raccolta siano stati stravolti rispetto all’antico assetto. Il raffronto tra i due documenti è interessante per-ché mette in evidenza la serie di circostanze che hanno reso inevitabile questo nuovo inquadramento, questioni che, nella loro congiunzione, si manifestano molto spesso nelle collezioni librarie che hanno uno sviluppo di oltre un secolo, e che portano a compromessi logistici e catalografici tra l’affermazione di un quadro culturale sempre più complesso e analitico sui piani disciplinare, tecnico e linguistico, e l’incidenza di esigenze organizzativo-spaziali dovute al crescente nu-443Bibliothecae.it11 (2022), 2, 443-445Recensionimero di unità bibliologiche (dal Cinquecento al Settecento si passa da piccole raccolte di 4000 pezzi a raccolte in media di 15000-20000, come quella di Francesco Maria II e un secolo dopo quella di Casana-te ad esempio, con casi che arrivano sui 50000, quale la Passionea e la Barberina). In Basi e metodo del progetto l’autrice espone la bibliografia e i progetti similari cui ha fatto riferimento per trovare ispirazione me-todologica e per trarne definizioni chiarificatrici sulla distinzione tra inventario, catalogo e indice, sugli elementi per il riconoscimento dell’esemplare (che renderebbero certo quello dell’opera e soprat-tutto dell’edizione), sui rischi delle segnalazioni sintetiche di taluni inventari (ad esempio: si tratta di volumi o opere? e quali opere se il titolo è generico?), sugli incroci per la ricomposizione topografica, sulla duplice presenza di concretezza e astrazione delle sistemazioni classificatorie, sul problema dei passaggi ereditari e delle successive modifiche bibliografiche a dimostrazione che i documenti catalogra-fici sono spesso la fotografia istantanea di una realtà invece ben più dinamica.Biblioteca rappresentata dalle sue fonti, biblioteca come spazio fisico, biblioteca come collezione patrimoniale e culturale, sono so-stanzialmente i tre quadri nei quali si muove la ricerca di Guadagnin, ciascuno con sue complessità anche di tipo tecnico ricostruttivo (bi-bliografiche, ma anche paleografiche, filologiche ecc.) relative ai ‘se-gni’ presenti nelle fonti, come l’autrice espone riconducendone l’as-setto metodologico all’ambito della semiotica individuato da Vivarelli come uno dei cardini del lavoro così da trasformare i ‘dati’ in ‘infor-mazioni’. A questo proposito va ricordata la linea di ricerca H-BIM, in corso di prototipazione da parte di Federico Cesareo del Politecnico di Torino, che ne costituisce uno degli aspetti più rilevanti e che aspira a rappresentare le informazioni documentarie in modalità spazializza-ta. La conoscenza della Grande Galleria si snoda, infatti, in gradi di rappresentazione diversi delle unità bibliografiche: a partire dalle de-scrizioni stringate dell’inventario Torrini, passando per l’Index alpha-444Bibliothecae.it11 (2022), 2, 444-445Recensionibetique di Machet, fino alla loro trasposizione in descrizioni adeguate agli standard bibliografici attuali. Si tratta di modelli accomunati dal-lo stesso rapporto con l’oggetto fisico, ma che producono modelli di rappresentazione specifici, e per i quali la ricerca di Cesareo persegue la realizzazione di una forma di rappresentazione olistica che unisca le descrizioni prodotte dalle varie ricerche, prendendo in prestito alcuni strumenti digitali (BIM) dall’ambito di progettazione architettonica. Tornando più specificatamente sul volume di Guadagnin, a partire dalla parte che anticipa il catalogo, si incontra un ampio capitolo (p. 27-70) che presenta le collezioni librarie sabaude, dal Basso Medioevo all’età moderna arrivando a quelle costruite da Emanuele Filiberto e Carlo Emanuele I. È al primo che si deve la volontà di realizzare una biblioteca ducale in senso stretto, simbolo di prestigio culturale e, di riflesso, di credibilità politica. La fisionomia rispetta molti dei canoni del tempo, prevalenza di libri a stampa sui manoscritti, equilibrata rappresentanza della varietà disciplinare disponibile e della lettera-tura cortigiana di base, stupisce invece la scarsità di libri religiosi che solitamente erano presenti nelle raccolte librarie di regnanti e notabili, che studiavano per qualificarsi ‘filosofi’ attenti alle tradizioni religiose e alla metafisica e, allo stesso tempo, all’ambiente politico-religioso del tempo (cfr. la rilevanza della religione e della filosofia nella libraria di Francesco Maria II – 37 scansie dedicate solo alla religione su 70 - e lo schema classificatorio proposto da Conrad Gesner che fa discende-re dalla filosofia e dalla religione la struttura dendritica classificatoria della sua Bibliotheca Universalis e, dunque, dello scibile rinascimenta-le, come può vedersi dallo schema inserito nel volume delle Pandectae pubblicato nel 1549).Sarà con Carlo Emanuele I, artista, poeta e appassionato di fisica naturale, che la raccolta raggiungerà la sua massima ricchezza con cir-ca 10.000 volumi e che si elaborerà un progetto spaziale e decorativo di maggior rappresentanza, legittimazione e celebrazione della casata, a sua volta testimone anche del passaggio dalla tradizione e cultura rinascimentale alla sperimentazione dell’età moderna. Si segnala, per 445Bibliothecae.it11 (2022), 2, 445-445Recensioniquest’epoca, la presenza di numerose e interessanti notizie, in parti-colare relative alla consistenza della biblioteca reale e a notevoli pezzi bibliografici, nei resoconti e nelle lettere dei viaggiatori grandturisti, tra i quali, solo per citarne alcuni - ma si rinvia al nostro Viaggi tra i libri, Serra, 2018 - Maximilien Misson, Jean Mabillon e Bernard de Montfaucon, Lady Miller, Jacob Jonas Björnståhl, Juan Andres, Ri-chard Lassels, François Jacques Deseine, Montesquieu, Johann Georg Keyssler, Pierre-Jean Grosley, Jean de La Roque.Guadagnin “disossa”, per concludere, le fonti e le notizie a disposi-zione e da lei rintracciate permettendoci di gustare la qualità della sua ricerca, la costruzione di un metodo specifico senza perdere di vista i modelli già esistenti, la connessione delle notizie in suo possesso, le ipotesi sui punti più oscuri di consistenza quantitativa e qualitativa, e crea, pertanto, e senza dubbio, una solida base per approfondimenti futuri che non potranno prescindere da questa sua ricerca. Fiammetta Sabba

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Erika Guadagnin, La ‘Philosophia’ nella Grande Galleria. Un modello bibliografico per reimmaginare le collezioni dei duchi di Savoia, Milano, Ledizioni, 2022

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