Rota, Francesca Silvia

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07 January 2023AperTO - Archivio Istituzionale Open Access dell'Università di TorinoOriginal Citation:Cosa è Corona verde e cosa potrebbe essereTerms of use:Open Access(Article begins on next page)Anyone can freely access the full text of works made available as "Open Access". Works made availableunder a Creative Commons license can be used according to the terms and conditions of said license. Useof all other works requires consent of the right holder (author or publisher) if not exempted from copyrightprotection by the applicable law.Availability:This is the author's manuscriptThis version is available http://hdl.handle.net/2318/1870198 since 2022-07-20T08:49:32Z  1 Cosa è Corona verde e cosa potrebbe essere Francesca Silvia Rota  CNR IRCrES, Università degli Studi di Torino  Cos'è Corona verde Corona verde è un progetto ed è anche un territorio. Corona verde è il nome del progetto strategico nato alla fine degli anni ’90 con l’obiettivo di intervenire in modo significativo sui problemi di degrado e di consumo di suolo dell’area metropolitana torinese, mettendo a sistema la Corona di Delizie delle residenze reali sabaude con l’insieme dei Parchi, dei fiumi, dei percorsi ciclopedonali e delle aree rurali esterne alla Città di Torino (Porro e Chiantore, 2021). In questo senso, Corona verde è il progetto di sviluppo della vasta cintura verde che abbraccia la metropoli torinese, sino a lambire le “porte” delle valli alpine. Ma Corona verde è anche il territorio formato dall’insieme dei Comuni che aderiscono al progetto. Un territorio che, dai primi anni di avvio dell’iniziativa, si è progressivamente allargato: erano 19 i Comuni aderenti nel 2003; nel 2009 diventano 84, sino ad assumere l’attuale conformazione a 93 Comuni, assunta come riferimento nelle progettualità metropolitane e regionali (fig. 1).  Figura 1 - Logo e territorio del progetto Corona verde. Fonte: www.coronaverde.it           In geografia, ambiti territoriali del tipo di Corona verde sono anche chiamati regioni programma. Con questo concetto, utile a definire la dimensione progettuale e dialogica dello spazio vissuto, si identifica una porzione contigua di spazio, distinguibile dal resto del territorio circostante in virtù dell’adesione da parte delle sue componenti costitutive (amministratori locali, imprese, organizzazioni, cittadini) a un programma comune di sviluppo. Nel caso di Corona verde, ciò che distingue questo vasto ambito periurbano non è tanto la presenza di una connotazione omogenea di tipo fisico (come nel caso di una regione montana o una regione climatica) o di tipo politico-amministrativo (come nel caso dei confini della Città metropolitana o dei confini di un Ente Parco); né si rileva la presenza di particolari condizioni comuni dal punto di vista economico e produttivo. Ciò   2 che distingue il territorio della Corona verde è invece l’adesione degli enti territoriali della prima e seconda cintura di Torino a un accordo progettuale, formalizzato attraverso un Protocollo d’intesa e teso a realizzare un programma di azione basato sulla valorizzazione del verde periurbano.   Il territorio di Corona verde Il progetto della Corona verde muove dalla constatazione di un comune quadro di sfide (invecchiamento, sprawl urbano, cambiamento climatico, crisi e shock di varia natura) e dalla volontà di affrontare tali sfide partendo dal sistema vasto e articolato di spazi naturali e semi-naturali circostanti la città di Torino.  Le aree verdi sono il collante identitario e progettuale del territorio della Corona verde. All’interno di questa vasta porzione della Città metropolitana di Torino (quasi 165 mila ettari in cui risiedono 1,8 milioni di abitanti) ricadono 30.902 ettari di aree protette, 13.925 ettari di Siti di Interesse Comunitario (SIC), 1.865 ettari di Zone di Protezione Speciale (ZPS), 367 chilometri di corsi d'acqua, 12 Residenze Reali Patrimonio UNESCO con le loro pertinenze (fonte dei dati: Città metropolitana di Torino1). Nello stesso tempo, i Comuni che aderiscono al progetto si connotano per una elevata eterogeneità: tanto dal punto di vista della demografia (densità demografica; fig. 2) quanto dal punto di vista delle attività produttive (unità locali e addetti; figg. 4 e 5) e della strutturazione del territorio (urbanizzazione; fig. 3), le differenze tra i comuni di Corona verde sono rilevanti. Emerge in particolare un marcato gradiente centro-periferia, per cui, se si escludono i poli secondari di Chieri, Chivasso, Ciriè e Avigliana, le dotazioni dell’urbano tendono a degradare mano a mano che ci si allontana dal capoluogo.   Figura 2 - Densità demografica, 2021 (dati comunali) (elab. IRES su dati Istat)  Figura 3 - Indice di urbanizzazione (dati comunali) (elab. IRES su dati Istat)  1 http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2020/coronaverde/   3   Figura 4 - Unità locali (dati comunali) (elab. IRES su dati Istat)   Figura 5 - Addetti delle unità locali (dati comunali) (elab. IRES su dati Istat)   Esiste invece una presenza importante di risorse naturalistiche e paesaggistiche che, al contrario, tende a disporsi esternamente al core metropolitano, seguendo una distribuzione in parte areale (aree protette, zone naturali di salvaguardia, parchi), in parte lineare (aste fluviali, corridoi ecologici, percorsi e attraversamenti   4 verdi). Nella Corona verde ricadono 338 beni di pregio ai sensi del Piano Paesaggistico Regionale2, pari al 29% di tutti i beni della Città Metropolitana di Torino e all’8% di quelli della Regione Piemonte; IRES Piemonte, 2020). Un altro importante elemento di connotazione paesaggistica di Corona verde è la presenza di Superficie Agricola Utilizzata (SAU), la cui estensione3 si è mantenuta nel tempo, nonostante la contrazione selettiva che ha interessato le aziende del comparto negli ultimi dieci anni: -10% a fronte di un +111% di aziende biologiche.  La prima sfida per lo sviluppo di Corona verde consiste quindi nella costruzione di una efficace governance territoriale e nella capacità di concorrere a realizzare una visione comune di territorio. In passato, l’unitarietà di intenti e rappresentazioni sulla Corona verde era stata raggiunta attraverso la disponibilità dei finanziamenti del POR FESR. All’interno delle amministrazioni comunali, il fatto che nei periodi di programmazione 2000-2006 e 2007-2013 la Regione Piemonte avesse dedicato a Corona verde una specifica linea di finanziamento aveva contribuito a renderla particolarmente visibile e tangibile.  La seconda tornata di finanziamenti, in particolare, ha contribuito a connotare Corona verde quale territorio di una strategia integrata di area vasta in cui il verde viene a rappresentare un elemento fondante dello sviluppo urbano e quale strumento di governance da assumere come riferimento per tutto il governo del territorio metropolitano (Porro e Chiantore, 2021). Una immagine di una politica positiva e di successo, che ha cominciato a diffondersi anche oltre confine, grazie alla sua assunzione come caso di studio in diversi progetti di cooperazione transfrontaliera (LOS_DAMA!, AlpES, Blue Green City, il progetto di ricerca applicata Urban Forestry ecc.) e alle pubblicazioni realizzate dai docenti coinvolti nel processo di piano.   Top-Metro e la nuova governance dell’infrastruttura verde periurbana Venuta meno nella programmazione successiva (2013-2020) la passata generosa disponibilità di finanziamenti dedicati a Corona verde, il progetto ha progressivamente perso di centralità e capacità di azione.  Di recente, tuttavia, la Regione Piemonte ha deciso di avviare con la collaborazione della Città metropolitana di Torino una nuova fase, maggiormente allargata, di consultazione sul futuro di questo territorio. Tra il 2019 e il 2021 sono stati chiamati a dare il proprio contributo anche quegli attori che, fondamentali per la riuscita del progetto, ne erano rimasti sino ad allora esclusi: attraverso il progetto Top Metro4, imprenditori e loro rappresentanze, operatori rurali, associazioni datoriali e attori del terzo settore, fondazioni e organizzazioni culturali ecc. sono stati chiamati a contribuire nella definizione di un nuovo percorso di governance territoriale sviluppato attorno al tema del verde periurbano5.   Figura 6 - Gli spazi verdi di Corona verde. Fonte: www.coronaverde.it  2 Tavole P2 e P5 del PPR Regione Piemonte. 3 Elaborazione IRES su dati dell’Anagrafe Agricola Unica della Regione Piemonte (anni di riferimento: 2010-2019). 4 Nell’ambito della partecipazione di Città Metropolitana di Torino al Bando Periferie del 2016 (progetto Top Metro), la Regione Piemonte ha sviluppato l’intervento di area vasta “Corona Verde: l’infrastruttura verde per riqualificazione e ricucitura sostenibile delle periferie” che ha portato a realizzare un ciclo di incontri di formazione, tre opzioni di rilancio della governance, azioni di marketing territoriale e un programma della mobilità ciclabile metropolitana. 5 Specificare la dimensione periurbana dell’infrastruttura è fondamentale. A molti sfugge che dentro alle infrastrutture verdi ricadano tipi diversi di spazi verdi, distinti in funzione della scala di attuazione (micro-urbana, urbana e periurbana) e del carattere metropolitano o non metropolitano dell’area interessata dagli interventi. Una chiara comprensione dell’articolazione scalare delle infrastrutture verdi è invece un prerequisito irrinunciabile per una pianificazione territoriale di area vasta, capace di ricucire la frammentazione e iper-territorializzazione che caratterizza il contesto piemontese (Rota e Ferlaino, 2021).   5   Il concetto utilizzato per dare visibilità e concretezza operativa a questa nuova fase progettuale è quello dell’infrastruttura verde periurbana formalizzato nelle più recenti strategie europee. L’obiettivo è trovare nuovo slancio per realizzare nel periurbano torinese “un sistema efficiente di relazioni ecologiche, culturali e fruitive, progettato e gestito per fornire servizi ecosistemici, benefici ecologici e sociali, innescare processi di economia verde, equa e inclusiva e in grado di rendere il territorio più resiliente per contrastare molte sfide tra cui quella dell’inquinamento atmosferico, dell’inquinamento acustico, dei cambiamenti climatici, delle ondate di calore e del dissesto idrogeologico” (Porro e Chiantore, 2021).  In altri termini, Corona verde viene riconosciuta come “la Green Belt dell’area metropolitana” torinese, sede della rete infrastrutturale verde ed ecologica caratterizzante il territorio periurbano. Una cintura di spazi verdi generatrici di servizi insieme ambientali (conservazione della biodiversità, miglioramento della qualità ecologica generale del territorio, mitigazione degli impatti dei pericoli naturali atmosferici e climatici), sociali (fornitura di drenaggio dell'acqua, di spazi verdi con funzioni ricreative e turistiche) ed economici (offerta di posti di lavoro, aumento dei prezzi degli immobili) (Porro e Chiantore, 2021).  Nella visione della Regione e di Città metropolitana, Corona verde può connotarsi sia come ambito di residenzialità qualificata, dove vivere in salute e benessere, sia come dispositivo territoriale (infrastruttura verde, per l’appunto) capace di generare fondamentali servizi ecosistemici e un modello di sviluppo locale, sostenibile e durevole. Anche per questo, agli obiettivi di sviluppo già sanciti dal Protocollo di intesa - che includevano il potenziamento della rete ecologica, il completamento della rete ciclabile ed escursionistica, il contrasto al consumo di suolo e la qualificazione dell'agricoltura periurbana e delle risorse naturalistiche,   6 paesaggistiche e storico-culturali -, nella sfida per il rilancio di Corona verde di cui si prende carico il progetto Top Metro si aggiungono gli obiettivi dell’economia verde e della transizione ecologica.  Un punto importante in tutto ciò è la consapevolezza che, oggi, la maggior parte dei motori dello sviluppo metropolitano tendono a concentrarsi al di fuori del centro cittadino. Rispetto alla città di Torino, è soprattutto nel territorio dell’infrastruttura verde periurbana che si ha la possibilità di perseguire un rapporto più bilanciato tra le esigenze di salvaguardia dell’ambiente naturale e le funzioni della residenzialità, della produzione, della mobilità e del turismo. Per fare degli esempi, oltre alla concentrazione di beni naturalistici e paesaggistici di cui si è detto, 4 delle prime 20 multinazionali estere con sede nella Città metropolitana si trovano a Chivasso (Esso) e a Moncalieri (Esso, Dussman Service e Italdesign Giugiaro). E sempre nella cintura, si ha una presenza più accentuata di unità locali con sede fuori provincia (che hanno mediamente una dimensione maggiore rispetto alle sedi torinesi) (fig.7) e di popolazione ricca (fig.8). Dunque, non solo asset ambientali e culturali, ma anche fondamentali leve di sviluppo e crescita economica.  Figura 7 - Unità locali con sede fuori provincia sul totale delle localizzazioni nella Città metropolitana di Torino per numero di addetti (Fonte: Rapporto Rota, 2020)   Figura 8 - Percentuale di popolazione con reddito oltre € 55.000 annui (Fonte: Urban Lab)    7 Conclusioni Se il passato di Corona verde è chiaro e permette di capire con sufficiente chiarezza cosa Corona verde sia stata sino ad ora, la sua configurazione futura è tutta da definire. Il progetto Top Metro ha realizzato il lavoro di documentazione preliminare con il coinvolgimento di una platea ampia di attori. Ha però anche evidenziato la distanza esistente tra le posizioni e le istanze espresse dai diversi gruppi di stakeholder e, soprattutto, ha evidenziato le difficoltà dell’Ente metropolitano a assumere un ruolo di leadership nel rilancio dell’iniziativa Corona verde. Senza una presa forse di responsabilità da parte di questo ente, la Regione potrà forse compensare parzialmente, e localmente si potranno sfruttare le opportunità di finanziamento di pezzi di infrastruttura verde già previsti nella programmazione 2021-20276, ma le ambizioni per un progetto di area vasta, strategico, forte, largamente partecipato e capace di abbracciare tutto il territorio periurbano faticherà a concretizzarsi.   Bibliografia Cabodi C., Rota F.S. (2021), Da margine a centro. Verso un nuovo modello di governance per Corona Verde, IRES Piemonte, Torino. ISBN 9788896713624  Centro Einaudi (2020)  Ripartire . Ventunesimo Rapporto Giorgio Rota su Torino, Torino. Chiantore D., Porro. E. (2021), Corona Verde: storia e futuro di un progetto strategico. Politiche Piemonte, Vol. 70, pp. 19-22. ISSN 2279-5030  Galetto C., Rota F.S. (2021), Editoriale: infrastrutture verdi e politiche di sviluppo dei territori in Piemonte. Politiche Piemonte, Vol. 70, pp. 3-6. ISSN 2279-5030  Rota F.S., Ferlaino F. (2021), Combinare le diverse scale delle infrastrutture verdi per ricucire la frammentazione territoriale. Politiche Piemonte, Vol. 70, pp. 7-12. ISSN 2279-5030  Per approfondimenti : Corona Verde (sito ufficiale) https://www.coronaverde.it/wp/ Numero 70 della rivista Politiche Piemonte dedicato alle infrastrutture verdi www.politichepiemonte.it Parole chiave: corona verde, infrastrutture verdi, governance  6 Sono diversi i documenti che assumono le infrastrutture verdi, e Corona verde in particolare, quali strumenti di policy per la gestione e lo sviluppo sostenibile del territorio. Tra questi: il DUS regionale (OP2 Piemonte più verde), la Strategia di contrasto al cambiamento climatico e la Strategia di Sviluppo Sostenibile (MAS 3 Curare il patrimonio culturale e ambientale e la resilienza dei territori) e la redigenda legge di governo del territorio regionale, che si propone di inserire le infrastrutture verdi quale elemento di riferimento per la pianificazione sostenibile del Piemonte (Porro e Chiantore, 2021). 

Cosa è Corona verde e cosa potrebbe essere

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