Massafra, Angelo

Italian

Università degli Studi di Bari: Open Journal Systems

   Euro-Balkan Law and Economics Review- n. 2/2021 ISSN: 2612-6583 pp. 42-48 TE  Data di pubblicazione: 30 dicembre 2021   ANGELO MASSAFRA OFM1  I cattolici in Albania   Basta una visita al Museo Diocesano di Scutari per farsi un’idea della natura estremamente religiosa del popolo albanese e, in particolare, delle popolazioni del nord dell’Albania, tradizionalmente cattolico e fortemente legato alla cultura cattolica del resto dell’Europa, come anche alla sede del Papato. A differenza del sud dell’Albania, dove la storia ha visto una crescita esponenziale della componente cristiana ortodossa in un periodo storico piuttosto vicino allo scisma d’oriente, il nord è rimasto fedele a Roma, resistendo così all’espansionismo greco ortodosso, favorito ormai dalla frattura che l’elemento ottomano aveva operato in ambito cristiano. Ciò fino al completo dominio dei turchi ottomani che, tuttavia, non riuscì a cancellare del tutto la fede cristiana: ridotti a minoranza dalle conversioni forzate (molti di loro erano laramani, cioè convertiti di facciata!) e isolati in zone meno amene, i cristiani hanno resistito con un coraggio dimostrato                                                  1 Mons. Angelo Massafra è Arcivescovo Metropolita di Scutari-Pult e Presidente della Conferenza Episcopale Albanese          Angelo Massafra OFM  43 ancor di più nell’ultima, virulenta persecuzione, quella della dittatura comunista del secolo scorso. Il Museo Diocesano, infatti, narra proprio la storia della presenza e della resistenza cattolica lungo i duemila anni di storia che la caratterizza, da san Paolo ai nostri giorni. I reperti antichi ci parlano ad esempio della presenza diffusissima di monasteri benedettini, poi sostituiti nell’opera evangelizzatrice dagli Ordini mendicanti; così come i vasi sacri ricuperati alla fine delle attività del Museo dell’Ateismo, impiantato proprio a Scutari dal regime ateo, testimoniano dell’ininterrotta attività liturgica anche durante i periodi dell’oppressione e soppressione religiosa. E anche la fede popolare è testimonianza diretta di questa resilienza dei fedeli cattolici lungo il tempo delle repressioni.  Questa estrema sintesi forse può tornare utile per comprendere come ad oggi il cattolicesimo albanese, sebbene rimanga una minoranza nel Paese, riscuote il rispetto che si è guadagnato nel corso dei secoli proprio per la sua fedeltà ai principi che lo caratterizzano; principi che ancora oggi rappresentano dei punti di forza per l’intera società albanese. Ma, prima di procedere in questa disamina, occorrerà aggiungere un altro elemento che, forse, può aiutare a comprendere una differenza non di poco conto nella metodologia di presenza della Chiesa cattolica in Albania rispetto ad altre fedi. Si tratta di un elemento molto presente nel sistema sociale albanese, quello della visibilità che si declina anche come “manifestazione di potenza”. Come dire, “dimostro quanto valgo con l’imponenza delle mie opere, costruzioni, ecc.”.          I cattolici in Albania 44 Ebbene, se pur inserita in questo contesto e a volte rischia di subirne il fascino, la Chiesa cattolica non soggiace a questa metodologia perché le sue opere sono dettate piuttosto dalla propria natura evangelizzatrice e, quindi, missionaria. Rischia, tuttavia, di essere fraintesa nel proprio operato, e ciò comporta per lei una sfida enorme, un lavoro titanico al proprio interno per sfuggire alla logica comune della manifestazione di potere. Il “potere” della Chiesa cattolica in Albania è soprattutto di natura religiosa con le sue inevitabili ricadute in ambito etico sulla società. E il suo sforzo si protende anche verso i membri delle altre fedi religiose perché i valori morali trovino tutte le persone di fede unite sullo stesso fronte. Non sono rari, infatti, eventi organizzati dalla Chiesa cattolica di Scutari in collaborazione con i Musulmani per trattare tematiche sociali di comune interesse. Solo per citarne qualcuno, negli ultimi anni si è parlato di famiglia e di salvaguardia del creato, ma anche dell’annoso problema delle dipendenze. Così come, non sono stati pochi gli interventi comuni, anche a livello nazionale, per lanciare messaggi di natura sociale o politica, facendo appello alla buona volontà di tutti gli albanesi. Resta pur vero, però, che la maggior parte degli albanesi -stando alle statistiche- risente degli strascichi dell’ateismo di Stato impiantato nel 1967 dal suo dittatore. Al punto che molti albanesi, soprattutto del centro sud, non comprendono questo eccessivo attaccamento alla religione degli albanesi del nord. Anche qui occorre operare una correzione storica. Nell’instaurare la sua “ateocrazia” il dittatore citò Pashko Vasa, il quale affermava che “la          Angelo Massafra OFM  45 religione degli Albanesi è l’albanesità”. Cosa che, nella sua intenzione, era l’antidoto alle guerre di religione e ad un impegno comune per l’indipendenza. Per Enver Hoxha, invece, fu lo slogan preferito per estirpare quanto contrario al suo “credo”. Purtroppo, questa cattiva interpretazione dello scrittore albanese si protrae ancora con le sue inevitabili conseguenze. Ma anche tra coloro che si professano credenti (cristiani o musulmani che siano) ci sono quelli che interpretano la propria appartenenza religiosa come un fatto legato alla storia della propria famiglia o del proprio territorio, senza un’attinenza reale ai contenuti e alle opere legati alla propria fede. In questo contesto, la Chiesa cattolica è seriamente impegnata “ad intra” nell’edificazione di un impianto formativo che mira alla coscientizzazione dei suoi membri, sia mediante il rinnovamento della catechesi, sia mediante le sue opere culturali ed educative. Non sono poche, infatti, le scuole cattoliche in Albania. Purtroppo, la privatizzazione del sistema scolastico ad oggi è ancora necessaria se si vuole innalzare il livello culturale che il servizio pubblico non è del tutto in grado di garantire. Così, con la formazione culturale, la Chiesa contribuisce allo sviluppo di una società migliore basata sempre più sui principi evangelici. Una cartina geografica presente nel Museo Diocesano di Scutari, tra le altre cose, evidenzia la presenza delle prime istituzioni formative e scolastiche in Albania già dai primi secoli del cristianesimo, proprio grazie all’impegno della Chiesa. Impegno ostacolato (ma non del tutto) durante l’impero ottomano e totalmente impedito durante la dittatura; ma, alla caduta di          I cattolici in Albania 46 questa, felicemente ripreso di pari passo con la rinascita della Chiesa e, ad oggi, molto apprezzato. Sempre dal punto di vista storico, la Chiesa cattolica ha sempre garantito l’assistenza sociale e medica che altri non potevano garantire. I preti e i religiosi che animavano la vita dei villaggi, soprattutto quelli di montagna, erano non solo guide religiose, ma anche maestri e infermieri. Le strutture sanitarie messe a disposizione dalla Chiesa oggi sono numerose e garantiscono, spesso gratuitamente, quelle cure necessarie ai più poveri ed emarginati. Sono tante le case famiglia che accolgono disabili gestite direttamente da religiosi e religiose, come anche da associazioni cattoliche con questa specifica vocazione. Basti pensare ai fratelli e alle sorelle di Madre Teresa entrati in Albania già in tempi in cui non si sperava ancora in una risurrezione della Chiesa cattolica: sono padri e madri di tanti “scarti” della società cui offrono amore e cure senza nulla ricevere in cambio. Così come non va dimenticato l’impegno ancora molto forte della Caritas albanese a favore dei più poveri e delle situazioni di disagio (e sono tante!) in cui la società albanese versa ancora. Con i suoi progetti mirati sovviene al bisogno dei meno abbienti e si propone sul piano sociale come interlocutore con le istituzioni per il risanamento sociale del Paese. In modo particolare, negli ultimi tempi si è acuito l’impegno per l’accoglienza dei migranti il cui flusso percorre la rotta balcanica. Lo Stato albanese sa di poter contare sulle strutture e la disponibilità della Chiesa cattolica in questo senso e ha stabilito accordi specifici per la gestione di queste persone che fuggono da situazioni belliche o prive dei diritti          Angelo Massafra OFM  47 fondamentali. La Caritas Nazionale è il riferente sia dello Stato Albanese sia dell’UNCHR e svolge tale servizio in stretta collaborazione con la Polizia di Frontiera. È storicamente assodato e comunemente accolto che i cattolici sono stati tra i fondatori della società albanese del primo periodo dopo la fine dell’Impero ottomano. Così come che tra le figure politiche di rilievo del primo novecento vi furono cattolici seriamente impegnati per il bene della polis. Basti citare Luigj Gurakuqi, fatto assassinare a Bari dall’allora Re Zog, in quanto suo oppositore. Un periodo breve ma intenso, durante il quale l’Albania tentava di costituirsi nella propria identità nazionale e che vide anche l’apporto della Chiesa cattolica.  Ad oggi è impensabile un’etichetta cattolica in campo politico, ma l’orientamento della Chiesa è nella direzione del Vangelo che impone di essere sale e lievito. Così, formando coscienze sane, si spera di contribuire alla realizzazione di una società che salvaguardi i diritti fondamentali di tutti: al lavoro, allo studio, alla salute; cose tutte per le quali l’impegno cattolico è unanimemente riconosciuto e per il quale molti sono stati gli interventi pubblici. Anche per tutto questo la Chiesa cattolica è rispettata da tutti in Albania. Senza proselitismi, continua il proprio impegno nell’essere presenza di Gesù Cristo vivente nell’oggi: non c’è crescita numerica dei cattolici che giustifichi dal punto di vista umano la prosecuzione dell’opera della Chiesa. Eppure essa continua a camminare in mezzo alla sua gente, povera come loro, ma ricca di buona volontà in questo tempo che è quello della semina: opere buone gettate in qualunque tipo di terreno; lasciando ad altri          I cattolici in Albania 48 l’onore del raccolto e con la consapevolezza che ad innaffiare e curare le pianticelle che crescono è lo stesso buon Dio al quale tutto torna… si voglia o no. 

I cattolici in Albania

https://ojs.cimedoc.uniba.it/index.php/law/article/download/1348/1160

I cattolici in Albania

Abstract

Similar works

Full text

Available Versions

Università degli Studi di Bari: Open Journal Systems