Atti diplomatici romani, 338-270 a.C. Cronologia e contesto storico

Abstract

Il soggetto della tesi è l'analisi degli atti diplomatici romani stipulati durante la conquista romana dell'Italia. Questi atti sono principalmente foedera, paces, societates e amicitiae, con i loro equivalenti greci. A partire dall'analisi sistematica degli atti diplomatici, ho dimostrato che l'attività diplomatica roman portò alla conquista dell'Italia tanto quanto l'attività militare. L'azione diplomatica dei Romani nel panorama politico italico fu differente da quella di altre potenze; di conseguenza, gli atti diplomatici Romani erano molto elaborati (per quanto ci è dato vedere). Infine, molte fonti che sembrano a prima vista incoerenti acquistano senso se analizzate a partire da un'analisi della situazione diplomatica. Le conclusioni riguardano la strategia geopolitica e diplomatica dei Romani fra IV e III sec. a.C. I Romani usarono la diplomazia come strumento di conquista. Furono sofisticati nel redigere gli atti diplomatici, scegliendo con cura clausole e termini e usandoli per promuovere la presenza romana fra altre popolazioni italiche, ampliando i propri orizzonti diplomatici. Con la diplomazia, i Romani presero contatti con molte presenze politiche fra i popoli italici e italioti; stipularono paci, passarono di guerra in guerra - provocandone alcune più utili per loro stessi - , conclusero alleanze che risultarono nell'ampliamento dell'esercito romano, colonizzarono territori, tennero d'occhio le potenze che non erano ancora sotto il loro dominio.The main subject is the analysis of Roman diplomatic acts stipulated during the Roman conquest of Italy. These acts are mainly foedera, paces, societates and amicitiae, with their Greek equivalents. Starting from the systematic analysis of diplomatic acts, I have argued that Roman diplomatic action led to the conquest of Italy as much as military action. Moreover, Roman diplomatic action in the Italian political landscape was different from other powers; subsequently, Roman diplomatic acts (as far as we can notice) were much elaborated. Finally, many sources thought to be incoherent acquire sense if they are read within a diplomatic analysis. My conclusions concern Roman geopolitical and diplomatic strategy between the IV and III centuries BC. The Romans used diplomacy as a tool of conquest. They were sophisticated in redacting diplomatic acts, carefully choosing clauses and words, and they used them to promote Roman presence among other Italic peoples, widening their diplomatic horizon. With diplomacy, the Romans took contact with many political presences among Italic and Italiote peoples; they made peace, moving onto other wars; they provoked useful wars for them; they made alliances that provided also military enlargements for the Roman army; they colonized territories; they carefully kept an eye on the powers that were not yet under their dominion

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