La rimodulazione della società ebraica che era seguita alle espulsioni iberiche aveva favorito il rafforzamento e la ridistribuzione di reti mercantili tradizionali che, a partire dai primi del Cinquecento, si andarono riconfigurando attraverso spazi in cui i rifugiati avevano trovato accoglienza. A iniziare dal 1492, pro- fughi ebrei dalla Spagna (e domini italiani) prima e poi dal Por- togallo si riversarono ovunque fosse possibile. L’Italia, l’impero ottomano, i Balcani, la Palestina, il Nordafrica, le Fiandre e poi, più avanti, al di là degli oceani, l’Asia e le Americhe da poco “scoperte” furono teatro di una stagione di straordinaria riorganizzazione ebraica. L’arrivo degli esuli trasformò in profondità le comunità ebraiche e aprì la via a una nuova epoca. L’Italia, al centro del Mediterraneo e punto di contatto inevitabile tra le regioni cristiane e quelle ottomane «oltre la guerra santa», costituì uno dei crocevia principali di questi inter- scambi. Gli ebrei furono tra i protagonisti di questo incessante andirivieni, sia che vivessero nelle città e nei porti più tolleranti sia che, invece, risiedessero nei ghetti