Abstract

Nel quadro istituzionale italiano, definire e attuare la politica estera è prerogativa del Governo (ossia della maggioranza parlamentare di cui è espressione). Tuttavia il Costituente ha scientemente lasciato anche al Presidente della Repubblica un margine d’azione affinché, nell’interesse del paese e seguendo il faro della Costituzione, possa ovviare a situazioni di stallo del quadro politico. Questo riguarda anche l’ambito internazionale, che, fin dalla nascita della Repubblica, ha visto da parte del Quirinale un interessamento vivo e, talvolta, contestato. Alcuni inquilini del Colle hanno interpretato in maniera alquanto estensiva le proprie prerogative, svolgendo o tentando di svolgere sulla scena internazionale un ruolo tutt’altro che marginale. Il presente contributo analizza questo ruolo attraverso tutta la storia repubblicana e con particolare attenzione ad alcuni vettori tradizionali della poltitica estera italiana, da quello atlantico a quello europeo, da quello sovietico (e poi russo) a quello arabo e mediorientale

    Similar works