In un suo articolo del 2016 Flavia Santoianni si chiedeva se la scuola insegnasse la felicità, in un’analisi entro cui andava sviluppandosi una doppia dimensione dell’istituzione che la vedeva – e continua a vederla – da una parte ancorata all’idea che la sua funzione sia principalmente quella di istruire e educare i soggetti in formazione, dall’altra la possibilità che rappresenti sistematicamente e razionalmente una prospettiva per il buon vivere, una speranza ragionata di educazione alla felicità