I caratteri di “aziendalità” delle organizzazioni non profit

Abstract

Il fenomeno non profit rappresenta un tema concettualmente molto dibattuto dagli studiosi, sia in ambito nazionale, sia nel contesto internazionale (Bronzetti, 2007; Bruni e Zamagni, 2015). Il cosiddetto “terzo settore” è l’espressione generalmente utilizzata per descrivere una fattispecie concettuale assai pluriforme per quanto concerne l’identificazione dei soggetti coinvolti ma, soprattutto, per descrivere in modo compiuto il perimetro delle finalità perseguite dalle organizzazioni che ne fanno parte. D’altra parte, la pluralità di sfaccettature contemplate determina, quasi inevitabilmente, la genesi e la rilevanza di una vasta gamma di criticità (Civitillo, 2020): concettuali, normative, applicative, ecc. Tale ultimo aspetto, sebbene tendenzialmente comune agli studi economico-aziendali, riveste particolare significatività per le organizzazioni non profit, a ragione della peculiare gamma di attività e connesse finalità da loro istituzionalmente perseguite: la tutela degli interessi pubblici generali. Il problema centrale che si vuole affrontare in questa sede è rappresentato dall’intricato e complesso rapporto sussistente tra le organizzazioni non profit e le potenziali esigenze di professionalizzazione o managerializzazione. In altri termini, l’assenza dello scopo di lucro, insieme alla scarsa disponibilità di risorse finanziarie delle “aziende non profit”, possono determinare problematiche cruciali e di difficile superamento

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