Alcune note di "Farmacia" da un manoscritto ottocentesco conservato a Palazzo Paradiso sede dello Studio ferrarese, ora della Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara.

Abstract

Una interessante documentazione ottocentesca, conservata nelle collezioni storiche dei manoscritti della Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara, è all’attenzione del presente intervento che mira a ricostruire come avvenisse la formazione dei futuri farmacisti e chi erano. Le testimonianze si concentrano negli anni che vanno dal 1824 al 1830 quando Ferrara era parte della Legazione Pontificia e la Casa delle Scienze - ossia lo Studio ferrarese - era saldamente incardinata a Palazzo Paradiso. Da non dimenticare che a pochi anni di distanza, nel 1836, fu pubblicato l’Ordinamento sulle Farmacie nello Stato Pontificio, costituito da cinquantacinque articoli, a cui gli Stati soggetti alla Santa Sede, come Ferrara, dovettero uniformarsi. Tutta una serie di regolamenti, di disposizioni che trovano origine nella preparazione che i farmacisti dell’epoca dovevano dimostrare di possedere. I testimoni in oggetto, da contestualizzarsi in una società che è distante duecento anni dalla nostra, sono da ritenersi importanti tracce di una disciplina tanto antica quanto in continuo sviluppo. I manoscritti appartennero alla collezione privata del canonico Giuseppe Antonelli, che li ricevette in dono da monsignor Antonio Marescotti, proprio in quegli anni rettore dell’Università di Ferrara. Nel 1884, la collezione fu acquistata dalla Municipalità per la Biblioteca Pubblica, ora Ariostea

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