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Giuseppe Seche

Archivio istituzionale della ricerca - Università di Cagliari

RiMe, n. 9/II n.s., dicembre 2021 , pp. 251-254 ISBN 9788897317685- ISSN 2035-794X © 2021 Author(s). This is an open access work released under the terms of the “Creative Commons Attribution - NonCommercial 4.0 International License”      Recensione / Book Review  Antoni Furió (ed.) (2020) En torno a la economía mediterránea medieval. Estudios dedicados a Paulino Iradiel. València: PUV.   Giuseppe Seche (Università degli Studi di Sassari)    Il volume, curato da Antoni Furió, raccoglie sedici saggi di argomento mediterraneo dedicati a Paulino Iradiel, uno dei padri della moderna storiografia sul grande Mare. Si tratta di un secondo omaggio a lui offerto, dopo El País Valenciano en la Baja Edad Media. Estudios dedicados al profesor Paulino Iradiel, curato da David Igual Luis e Germán Navarro Espinach, venuto alla luce nel 2018 sempre per i tipi della Universitat de Valéncia. Nel saggio introduttivo, il curatore ripropone il percorso di Iradiel, ricordando le tappe fondamentali della sua formazione: studi superiori a Tortosa, tesi di laurea a Salamanca discussa nel 1969, tesi di dottorato difesa a Bologna nel 1971; e, proprio durante il soggiorno italiano, iniziò a frequentare il Corso di specializzazione in storia economica, tenuto presso l’Istituto Internazionale di Storia Economica Francesco Datini, un legame forte ancora oggi. Basterebbe questo per far capire come Iradiel si sia formato in prestigiosi centri universitari, sedi di un rinnovamento storiografico sia sul versante iberico sia su quello italiano. Professore di storia medievale prima a Salamanca poi a Valenza, la sua produzione si muove sul versante della storia sociale ed economica, con attenzione a tanti temi, tra i quali si possono segnalare il ruolo e l’organizzazione dei mercanti, le produzioni tessili, le strutture agrarie, le corporazioni, il patriziato urbano, il feudalesimo, le relazioni tra economia e politica; il tutto in ambiente castigliano (si pensi a Evolución de la industria textil castellana en los siglos XIII-XVI. Factores de desarrollo, organización y costes de la producción manufacturera en Cuenca, venuto alla luce a Salamanca nel 1974, un innovativo e documentato lavoro sull’industria tessile a Cuenca), italiano (Progreso agrario, desequilibrio social y agricultura de transición. La propiedad del Colegio de España en Bolonia. Siglos XIV y XV, edito a Bologna nel 1978, costituisce un valido contributo alla struttura agraria dell’Italia centro-settentrionale), valenzano e mediterraneo (si vedano le numerose tesi dottorali da lui dirette o i suoi saggi innovativi, alcuni dei quali sono raccolti in El   Giuseppe Seche    252 Mediterráneo medieval y Valencia: economía, sociedad, historia, pubblicato a Valenza nel 2017). Insomma, un medievista che per decenni ha guidato la rigenerazione della storiografia iberica e mediterranea, formando una nuova generazione di storici, come dimostrano le 21 tesi dottorali discusse da allievi che hanno poi proseguito nel mondo della ricerca, e le sedi accademiche dei 16 amici-autori, i quali hanno offerto io proprio contributo al testo in analisi. Il volume si apre con il saggio di Alberto Grohman (Università di Perugia), che riflette sul concetto di Storia economica e sull’impostazione metodologica della disciplina. Seguono quindi gli approfondimenti dedicati all’organizzazione del lavoro di Franco Franceschi (Università di Siena), Giampiero Nigro e Giuliano Pinto (Università di Firenze). Nigro si sofferma sul ruolo della bottega nella Firenze rinascimentale, non solamente inteso come un banco di vendita ma come anche un luogo di sviluppo dell’imprenditorialità e dell’educazione al rischio. Pinto affronta il tema dell’Arte della lana nelle città italiane, segnalando come nelle realtà urbane circa un terzo della popolazione era, a vario titolo, impiegato in attività legate a questo settore: ne derivava la necessità di provvedimenti a favore del mondo della lana e, di conseguenza, di una vasta parte della popolazione. Franceschi riflette sulla condizione dei lavoratori salariati nell’Italia centro settentrionale: per una vasta fetta di popolazione, il salario significava una remunerazione fissa ma dipendente da una serie di fattori (stato civile, carico familiare, età anagrafica e condizioni di salute) e, comunque, non consentiva di uscire da quella marginalità politica e sociale che fu causa di rivolte e del costante tentativo di migliorare la propria condizione economica. Gabriella Picccinni (Università di Siena) e Juan Carrasco (Università di Navarra) accompagnano il lettore nel mondo del prestito e dell’usura: considerando che la necessità di denaro contante spingeva verso queste soluzioni (a tal proposito, si può aggiungere anche il caso dei prestiti richiesti dai produttori di riso analizzati nello studio di Antoni Riera i Melis), non può sfuggire che il tema ha sì una rilevanza economica e sociale, ma anche politica. E, infatti, il primo studio parte dal contesto senese e dalla decisione di regolamentare e frenare le irregolari attività di usura, mentre il secondo si sofferma sul regno di Navarra, dove i contratti di debito prevedevano anche il pagamento di una tassa all’erario reale. I saggi di Alfio Cotronesi (Università della Tuscia) e Antoni Riera i Melis (Università di Barcellona) si soffermano sulle aree geografiche del viterbese e degli acquitrini valenzani, registrando lo sviluppo delle diverse produzioni locali; in particolare, lo studio dedicato al caso iberico è dedicato alla coltura del riso e alla sua diffusione nella regione catalana, ricostruendo le modalità di   Antoni Furió (ed.) (2020). En torno a la economía mediterránea medieval 253 lavorazione, di compravendita, esportazione e utilizzo culinario. Vi sono poi i saggi su due grandi città italiane del Mediterraneo, Venezia e Napoli. Sulla prima si sofferma Élisabeth Crouzet-Pavan (Università La Sorbona), che getta luce sui luoghi e sulle persone legate alle produzioni, con la lavorazione del ferro, del cotone, del cuoio, dell’edilizia, del vetro e della lana, senza dimenticare gli arsenali e la tipografia. Su Napoli, invece, si incentra il lavoro di Amedeo Feniello (Università dell’Aquila), un saggio dedicato al Trecento che, però, propone frequenti affondi sul periodo precedente, utili a mostrare la crescita di una città caratterizzata da una stabile relazione tra mercato urbano, porto e produzioni rurali della sua regione. Questo sviluppo spinse gli uomini d’affari stranieri a penetrare nel sistema di distribuzione commerciale partenopeo, con i fiorentini che riuscirono a costruire uno stabile sistema di potere fino a proporsi come partner finanziario della Corona. Accanto alle grandi città, si collocano anche gli studi legati ai centri secondari. Nel mondo aragonese, svolse funzione di scambio la città di Tarazona: qui, i mercanti catalani portavano i prodotti di origine mediterranea e si rifornivano di quelli realizzati in Aragona o qui giunti dalla Castiglia, dalla Francia o da altri centri dell’Europa continentale. Grazie all’analisi dei registri della dogana relativi agli anni 1446-1149, che José Ángel Sesma Muñoz (Università di Zaragoza) riassume con preziose tabelle promettendo comunque una prossima edizione integrale della fonte, è stato possibile segnalare quantità e caratteristiche del commercio di pesce, legname e frumento, evidenziando come i momenti di scontro tra Aragona e Castiglia abbiano influito in tali affari. Sul versante italiano è l’analisi di Luciano Palermo (Università della Tuscia) a mostrare le vicende dei porti pontifici nel Tirreno, importantissimi nella fitta rete di relazioni commerciali basata sulla navigazione di cabotaggio tra la Sicilia, la Sardegna, le coste dell’Italia meridionale e settentrionale, la Provenza e la città di Roma.  In un testo sull’economia mediterranea non può mancare l’approfondimento sulle relazioni con il mondo musulmano, che in questo caso è affidato allo studio di José Enrique López de Coca Castañer (Università di Malaga) sulla Casa de Contratación de Orán. Istituzione voluta da Ferdinando il Cattolico all’indomani della presa della città di Orano, la Casa gestiva in regime di monopolio gli affari tra i mercanti iberici e il Maghreb: l’analisi si sofferma sull’amministrazione portata avanti da Alonso Sánchez, tra il 1510 e il 1512, e si basa su sullo studio di nuove fonti che sono puntualmente trascritte in appendice.  Attorno alle fonti, questa volta un inventario e un testamento, ruota anche il saggio di Alfonso Franco Silva (Università di Cadice): questo getta luce sulle proprietà di María de Saavedra (†1526), esponente della potente famiglia   Giuseppe Seche    254 sivigliana, figlia del maresciallo di Castiglia Gonzalo e cognata del cardinale Juan Tavera. José María Monsalvo Antón (Università di Salamanca), concentrandosi sulle città poste a Sud del fiume Duero, affronta il tema dei linajes della nobiltà urbana, gruppi suprafamiliari capaci di unire famiglie facenti parte di una stessa cerchia politica (bando). L’autore ne precisa caratteristiche e composizione, evidenziando il tentativo di costruire una memoria che potesse legittimarli, sia per presunta antichità delle origini sia per riconoscimenti concessi dal potere regio. Infine, José Ángel García de Cortázar (Università della Cantabria) analizza le chiese biscagline nel XV secolo, la cui situazione è caratterizzata da una costante resistenza al controllo vescovile e alla riorganizzazione. Un atteggiamento sfociato in continui scontri, sia con i patroni laici delle chiese sia con i villaggi, e che, tra le altre cose, portò a una mancata consegna delle relative decime. Dunque, il volume si configura come un prezioso riconoscimento ai meriti storiografici di Iradiel e, fedele all’impostazione del medievista, presenta una raccolta di saggi che rende possibile trovare riferimenti a fonti inedite, quadri bibliografici aggiornati e numerosi spunti comparativi per future ricerche.   

Antoni Furió (ed.) (2020). En torno a la economía mediterránea medieval. Estudios dedicados a Paulino Iradiel. València: PUV.

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Antoni Furió (ed.) (2020). En torno a la economía mediterránea medieval. Estudios dedicados a Paulino Iradiel. València: PUV.

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