The current regulation of the conflict of interests in corporations raises a number of issues arising from the difficult coexistence between, on the one hand, the choice of eliminating the express provision of the duty to abstain from voting by the administrator holding the interest, and, on the other hand, that of considering invalid the resolution adopted with his relevant vote, given its potential damage to the company. This paper attempts to overcome the potential contradiction between a vote, that of the administrator in conflict of interest, apparently lawful and, at the same time, at least potentially invalid, by observing that abstention from voting, originally a duty, has over time become lawful.L’attuale disciplina del conflitto di interessi degli amministratori di società per azioni solleva una pluralità di problemi derivanti dalla difficile coesistenza tra la scelta di far venire meno l’espressa previsione del dovere di astensione dal voto dell’amministratore titolare dell’interesse e quella di continuare a considerare invalida, purché idonea ad arrecare danno alla società, la deliberazione adottata con il voto rilevante di costui: il lavoro tenta di superare la potenziale contraddizione tra un voto, quello dell’amministratore in conflitto di interessi, apparentemente lecito e, allo stesso tempo, almeno potenzialmente invalido osservando che l’astensione dal voto, originariamente doverosa, è nel tempo divenuta lecita