Julien Green, l'uomo duplicato : l'autotraduzione come forma della narrazione di sé

Abstract

Siamo noi a scegliere la lingua in cui scriviamo, e fino a che punto il linguaggio fa davvero parte di noi? Da alcune questioni continuamente rimodulate lungo l'opera di Julien Green prende spunto questa riflessione sul rapporto del romanziere con le sue storie, e sul legame tra memoria personale e immaginazione nel processo artistico. Tutto è romanzo, o forse tutto è autobiografia in una ibridazione di generi e di registri speculare alla duplicità linguistica e culturale nella quale Green si trova immerso. Green autotraduttore si sovrappone a Green traduttore che parla di Green scrittore, o e Green scrittore che tiene le fila della storia e sdoppia il suo universo moltiplicandolo nel prisma linguistico? L'autotraduzione diventa allora, insieme all'autobiografia e alla diaristica, una terza forma di riflessione, una variazione ironica, profondamente poetica nella sua autenticità, sul mestiere di scrittore

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