Abstract

Il 2016 è un anno cruciale ed ideale per discutere, valutare e ripensare strumenti e metodi orientati al raggiungimento di uno sviluppo sostenibile, coerente, integrato ed equo per il territorio europeo. La nuova Agenda Urbana per la UE (Patto di Amsterdam, 2016), e la Nuova Agenda Urbana (Habitat III, Quito 2016) sono due riferimenti essenziali per la pianificazione urbana e territoriale. Questi documenti, frutto di percorsi partecipativi multi-stakeholder e inter-istituzionali, sintetizzano principi e problemi della pianificazione contemporanea per le città e per le aree metropolitane, e ispirano il disegno di modelli e strumenti che aiutano i pianificatori a gestire ed indirizzare le sfide e cambiamenti dei giorni nostri. Interpretare il cambiamento riuscendo a massimizzarne i risultati sembra uno slogan, ma mai come oggi è il momento di guardare e promuovere lo sviluppo territoriale tenendo conto degli impatti delle politiche europee e globali sulle problematiche urbane e le conseguenti trasformazioni. Le aree urbane e il loro sviluppo in forma inclusiva, responsabile e partecipata sono al centro delle politiche, dei programmi e dei progetti dell’Unione Europea per il corrente periodo di programmazione 2014-20. Aree urbane come potenziale motore trainante la competitività dei territori europei, inseguendo, come ci ricorda la strategia EU 2020, il bisogno di perseguire una crescita sostenibile, inclusiva e smart. Gli obiettivi di coesione, espressi come coesione urbana sociale ed economica, sono orientati ad azioni di coordinamento e integrazione alla base delle quali non può che esserci una visione di lungo termine, fatta di progetti materiali e immateriali, che si fa carico di declinare e assumere gli obiettivi necessari per uno sviluppo sostenibile. In questo ambito, si staglia la pianificazione strategica quale strumento di Governance Urbana Metropolitana necessario e indispensabile, posto a monte della pianificazione di area vasta e urbanistica dei territori. È dai territori, dai soggetti che li reggono e li attraversano, dalle realtà ambientali, economiche, sociali e culturali che li caratterizzano, dalle comunità locali, che prendono forma i piani strategici quali strumenti di indirizzo e progettualità. Grazie a questi strumenti si può arrivare a siglare un patto per lo sviluppo delle stesse comunità. La pianificazione strategica è un processo partecipativo e di coordinamento inter-istituzionale allargato che, nelle sue linee di principio, deve essere in grado di accogliere e ascoltare gli abitanti dei territori e di promuovere e decidere una visione condivisa del futuro, in particolare nelle aree metropolitane, dove strumenti operativi adatti a creare e gestire la governance territoriale, complessa, inter-settoriale e multi-level, specialmente nel contesto italiano, sono ancora da sperimentare. La proposta per una giornata di studi prende avvio da queste sintetiche premesse per conoscere e approfondire esperienze nazionali e internazionali già avviate e in alcuni casi consolidate attorno alle quali avviare un confronto e un percorso di formazione seppure non esaustivo, alla pianificazione strategica, possibile premessa per avviare una nuova stagione di pianificazione territorial

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