A partire dal primo ventennio del XV secolo, i membri di casa Borromeo - mercanti e banchieri di origine toscana trapiantati a Milano – finanziano la ristrutturazione e la costruzione di una serie di residenze ad uso della famiglia. Sparse in tutto il territorio del Ducato, le dimore, situate all’interno di feudi o al centro di vaste proprietà agricole nel contado, garantivano sia il controllo dei propri domini (attraverso i fortilizi di Arona, Angera, Camairago e Bissone) che comodi spazi per l’ospitalità, l’attività venatoria e gli svaghi dell’otio (le domus di Lainate, Robecco, Origgio). In città, a rappresentare lo status raggiunto dalla casata erano i tre quartieri posti in Porta Vercellina, Porta Tosa e Porta Romana/Ticinese; nel suburbio, ad attestare il successo economico e le capacità imprenditoriali, stavano le redditizie possessioni di Peschiera e Longhignana con le signorili cascine castellate circondate da rogge e giardini.
Continuamente ampliate e regolarizzate negli impianti planimetrici nonché nell’organizzazione degli interni, le residenze urbane e suburbane erano abbellite anche all’esterno da ricchi apparati decorativi dipinti, di cui oggi non rimane che qualche residua traccia, ma che in origine dovevano connotare cromaticamente una buona parte delle superfici parietali.
All’interno di questa rete di case diverse, i Borromeo hanno vissuto spostandosi, a seconda del calendario, delle esigenze di sicurezza, delle strategie economiche e di rappresentatività della famiglia. Questo modo di vivere, che potremmo definire profondamente Tardogotico, probabilmente non fu caratteristico della sola famiglia dei Conti di Arona e forse fu condiviso con altri pari, con simili ruoli nella società ducale milanese fra XV e XVI secolo. Fu però talmente identitario da trasformarsi, nei secoli successivi, nella più solida memoria dello stile di vita del casato.From the beginning of the 15th century, the Borromeo’s family members (bankers and merchants coming from Tuscany and established in Milan), began to restore and build many residences for family use. Scattered throughout the Duchy of Milan, mansions were located inside feuds or countryside properties, devoted to crop production. Fortresses in Arona, Angera, Camairago and Bissone could guarantee the control of their domains; the abodes in Lainate, Robecco, Origgio ensured a relaxing stay, a pleasant hospitality and hunting grounds as well as the leisure activities of otio. In the city, the three districts of Porta Vercellina, Porta Tosa and Porta Romana/Ticinese were representative of the high social status achieved by the family. In the suburbs, there were the profitable lands of Peschiera and Longhignana with their castle-shaped farmsteads surrounded by irrigation ditches and gardens to witness the economic success and entrepreneurial skills.
The urban and suburban houses were constantly enlarged and reorganized in terms of planimetry as well as interior layouts. The exterior walls of each buildings were also decorated with rich paintings full of different colours, based on geometric shapes and family crests, of which, however, only a small residual trace remains today.
Living these mansions over seasons, the Borromeo family spent its time moving from place to place for safety needs, economic reasons and social visibility. This way of life, which we could actually consider as “Late Gothic”, was probably not only a typical feature of the family of the Counts of Arona, but perhaps it was shared with other peers having similar roles in the ducal society of Milan between the 15th and 16th centuries. However, it was so a distinctive feature that it became the most consolidated memory of the family's way of life in the following centuries