“Ristabilire un rapporto centrato sulla dinamica degli elementi primari: la
sostanza, la convivialità, la natura e le loro corrispondenze cosmologiche.
I dispositivi outdoor appaiono come nuovi sistemi di rilettura del
paesaggio e della spazialità collettiva, in cui la natura lavorata dall’uomo
svela il senso, le trame espressive, i ritmi costruttivi e nuovi percorsi.
Elementi che fra loro dialogano nel divenire delle forme, nel nucleo
espressivo che è la loro trama. Il segreto del loro rapporto con l’uomo è la
nuova spazialità alla quale ci stiamo adattando. Mostrare il senso di
“abitare”: sono in quanto abito il nostro abitare il mondo, questo il compito
che l’arte e l’architettura si propongono nel nostro presente.
Se nel tempo del quotidiano regnano nuovi canoni di distanziamento e le
nostre abitudini di sempre vanno in conflitto, soltanto nell’arte e nella
grazia ci è dato uscire da noi stessi e riformulare nuove prospettive e
nuove profondità dello sguard