Nell’articolo bersaglio Mutamenti nei fondamenti della scienza cognitiva:
una prospettiva riformista (GIP 2/2002) ho sostenuto – sviluppando alcune idee di Andy Clark e William Bechtel – che uno dei compiti principali che attende la scienza cognitiva teorica nei prossimi anni è l’innesto degli strumenti dalla teoria dei sistemi dinamici su
una versione neurobiologicamente plausibile del modularismo computazionale e rappresentazionale. Nelle pagine che seguono rispondo ad
alcune critiche che i commentatori dell’articolo hanno rivolto a questa
tesi