Placidi Donatella

Zoni Silvia

Italian

Archivio istituzionale della ricerca - Università di Brescia

GIMLEGIORNALE ITALIANO DI MEDICINA DEL LAVOROED ERGONOMIAVOLUME XLIII - N. 3 LUGLIO-SETTEMBRE 2021EDITORMARCELLO IMBRIANIGIMLEGIORNALE ITALIANO DI MEDICINA DEL LAVORO Full textFREEPAVIA - 2021pimeTIPOGRAFIA EDITRICE Srl83° Congresso Nazionale SIMLSocietà Italiana di Medicina del LavoroLa cultura della prevenzione batte il tempoParma, Auditorium Paganini15-17 Settembre 2021Editors: Massimo CorradiSilvia RanzieriGiovanna SpatariRIASSUNTISESSIONI PLENARIE E PARALLELE(PREORDINATE E COMUNICAZIONI LIBERE)SESSIONE 5FATTORI PSICOSOCIALIPERCEZIONE DI SICUREZZA E DEL RISCHIO DI AGGRESSIONE IN UNA COOPERATIVA DI SERVIZI SOCIO-SANITARID. Placidi, S. ZoniDipartimento di Specialità Medico-Chirurgiche, Scienze Radiologiche eSanità Pubblica, Università di BresciaIntroduzione. Il rischio di aggressione e di violenza adanno degli operatori sanitari è un fenomeno di rilievo, inincremento negli ultimi anni, con importanti ricadute sulbenessere e la salute del personale e sulla qualità dell’as-sistenza. Negli ultimi 4 anni è stata condotta un’indaginesul rischio stress lavoro-correlato, burnout ed aggres-sione/violenza in una cooperativa di servizi socio-sanitariper disabilità psichica.Obiettivi. In questo contributo viene descritta la rela-zione tra esperienza di aggressione, percezione di sicu-rezza, burnout, stress lavoro-correlato e caratteristiche in-dividuali di coping tra gli operatori sanitari coinvolti nel-l’indagine, al fine di individuare le priorità di intervento.Metodi. Le informazioni individuali sono state rac-colte attraverso la somministrazione di test tratti dalla let-teratura nazionale ed internazionale, ripetuti nel 2017 e nel2021. I punteggi dei test sono stati analizzati in funzionedi genere, età, anzianità lavorativa e ruolo, con i metodidella statistica descrittiva.Risultati. L’indagine ha coinvolto 57 operatori sani-tari: 62% di genere femminile, 77% con età minore di 50anni, 48% infermieri, 20% educatori/tecnici di riabilita-zione psichiatrica, 32% OSS; 28% con anzianità lavora-tiva nel settore inferiore a 5 anni. In entrambe le valuta-zioni le scale più stressogene sono risultate il Controllo edil Cambiamento; il Ruolo è risultata la caratteristica conpunteggi migliori; strategie di coping, relazioni e resi-lienza sono risultate complessivamente buone. Il 12%degli operatori (OSS e infermieri) ha valori indicativi diburnout associati a sintomi fisici e psicologici; il 10% hapunteggi indicativi di deterioramento del benessere psico-logico e di salute fisica. Nel follow up è stata registrata unadiminuzione della percezione di sicurezza (“mi sentopoco/per nulla sicuro” è incrementato da 10 a 31%) ed unaumento dell’esperienza di violenza fisica e verbale (ri-spettivamente da 36% a 58% e da 85% a 97%). Gli opera-tori con maggiore percezione di sicurezza paragonati algruppo con percezione di sicurezza inferiore, hanno mi-nore stress, minor esaurimento emotivo e migliore salutepsico-fisica; tuttavia segnalano più episodi di violenza fi-sica e verbale. Genere, età e anzianità lavorativa nel set-tore non hanno influenzato significativamente i puntegginé la percezione di sicurezza.Conclusioni. L’indagine ha evidenziato numerose si-tuazioni di disagio psicologico e fisico che dovrebbero es-sere appropriatamente gestite attraverso la sorveglianzasanitaria. Le strategie di coping, la resilienza e la consape-266 G Ital Med Lav Erg 2021; 43:3l’infortunio, sulle unità operative di lavoro in ambito sani-tario, sui DPI utilizzati, le modalità di contagio e gliaspetti previdenziali sia relativi agli indennizzi che ai de-cessi. Risultano maggiormente colpiti gli operatori sanitaried il sesso femminile. Emerge la necessità di uno scree-ning a cui sottoporre i lavoratori ai fini di ridurre il rischiobiologico lavorativo, considerata anche la notevole quan-tità di soggetti asintomatici (33,8%). Il 37,7% dei casi in-tervistati ha riportato di aver avuto colleghi infetti.L’11,02% dei pazienti ha dichiarato di non aver potutousufruire delle mascherine, perché non sempre disponibili.Di questi 23 erano operatori sanitari. La quasi totalità diquesti casi si è verificata nei mesi di marzo e aprile 2020.I sistemi di protezione individuale si sono comunque di-mostrati efficaci nella prevenzione del Covid-19 in ambitolavorativo. Una piccola percentuale di pazienti è risultatanegativa al primo tampone (in conformità con la sensibi-lità del test su tampone molecolare, che si aggira intornoal 95%). Tale dato sottolinea il rischio di una potenzialeinefficacia dei protocolli di selezione dei casi da allonta-nare dal lavoro.Bibliografia1) INAIL. SCHEDA NAZIONALE INFORTUNI COVID-19 (monito-raggio al 31 gennaio 2021).https://www.inail.it/cs/internet/docs/alg-scheda-tecnica-contagi-covid-31-gennaio-2021.pdf?section=comunicazione2) INAIL. SCHEDA REGIONALE INFORTUNI COVID-19 (periododi accadimento gennaio 2020 – 31 gennaio 2021).https://www.inail.it/cs/internet/docs/scheda-regionale-covid-31-gennaio-2021.pdf?section=comunicazione3) INAIL. DOSSIER SPECIALE COVID-19 2020.https://www.inail.it/cs/internet/docs/alg-pubbli-dossier-speciali-covid-19_2021.pdfG Ital Med Lav Erg 2021; 43:3 267volezza del ruolo influenzano positivamente la salutepsico-fisica. L’incremento della segnalazione di episodi diviolenza e la diminuzione della percezione di sicurezzapotrebbero essere stati determinati da una maggior consa-pevolezza dell’importanza della individuazione di situa-zioni di rischio ed eventi sentinella.Bibliografia1) Georion S, Hills DJ, Ross HM, Pich J, Hill AT, Dalsbø TK, Riahi S,Martínez-Jarreta B, Guay S. Education and training for preventingand minimizing workplace aggression directed toward healthcareworkers. Cochrane Database of Systematic Reviews 2020, Issue 9.2) Yi-Lu Li, Rui-Qi Li, Dan Qiu and Shui-Yuan Xiao. Prevalence ofWorkplace Physical Violence against Health Care Professionals byPatients and Visitors: A Systematic Review and Meta-Analysis. Int.J. Environ. Res. Public Health 2020, 17, 299.3) Magnavita N, Heponiemi T, Chirico F. Violence Is Associated WithImpaired Work Functioning in Nurses: An Italian Cross-SectionalStudy. Journal of Nursing Scholarship 2020; 52:3, 281-291.VALUTAZIONE SOGGETTIVA DEL SONNO IN UN CAMPIONE DI AUTOTRASPORTATORI: DATI PRELIMINARIF.P. Ruggieri, P. Melloni, A. Modenese, F.M. GobbaCattedra di Medicina del lavoro. Dipartimento di Scienze Biomediche,Metaboliche e Neuroscienze. Università di Modena e Reggio Emilia.ModenaIntroduzione. Secondo dati dell’EU-OSHA, l’autotra-sporto è uno dei settori con il più alto numero di infortuni,che avvengono specie nelle ore notturne (1). Il problema èdi particolare rilevanza in Italia, dato che il trasporto merciavviene principalmente su ruote. I disturbi del ritmosonno-veglia sono frequenti nei conducenti professionisti:nei camionisti a lunga percorrenza il 40% ha problemi amantenersi sveglio durante la guida (2). Tra i principalifattori di rischio per tali disturbi sono il lavoro notturno,all’elevato numero di ore alla guida ed il basso numero diore di sonno (3), ma anche le caratteristiche individualisono rilevanti.Obiettivi. Lo studio complessivo si propone di valu-tare le caratteristiche e i disturbi del sonno in una casisticadi autotrasportatori. In questa comunicazione preliminaresaranno presentate le principali caratteristiche del gruppoin esame.Metodi. In occasione di corsi di formazione previsti aisensi dell’art. 37 del D.Lgsl. 81/08, a un gruppo di auto-trasportatori è stato chiesto, su base volontaria, la disponi-bilità di compilare un questionario anonimo articolato invarie sezioni, comprendenti domande sulle caratteristichefisiche, le abitudini individuali e lavorative e sulla qualitàdel sonno. Problematiche contingenti non hanno permessol’acquisizione della casistica complessiva prevista.Risultati e Conclusioni. In questa comunicazionevengono presentati i risultati dei questionari di 184 auto-trasportatori. La quasi totalità del campione era di generemaschile (183 vs. 1 donna), l’età mediana di 48 anni, concirca 1/4 oltre i 55 anni. Il BMI mediano è risultato elevato(27,5), con circa un quarto di obesi (BMI>30), 5 casi diobesità di classe 2 e uno di classe 3. Le abitudini di vita ri-ferite indicano meno di 1/4 di fumatori. Solo 1/3 circa ri-ferisce consumo di alcoolici. La percorrenza medianaannua di circa 80.000 Km, e in circa 1/4 supera i 100.000Km. Il numero medio di ore di lavoro dichiarate (12 algiorno) è elevato. Per quanto riguarda gli incidenti stradaliavvenuti in corso di attività lavorativa sono stati 21 (11%)i lavoratori che ne hanno dichiarato almeno uno negli ul-timi 3 anni. La durata media del sonno è risultata di 6,5ore, e quasi il 40% ha dichiarato 6 ore di sonno a notte omeno. Quasi un terzo dei lavoratori riferisce difficoltà nel-l’addormentamento e circa il 60 % risvegli notturni. In-fine, per circa 1/3 la qualità del sono è valutata solo di-screta o scarsa. I dati presentati sono solo preliminari, re-lativi ad un campione parziale, e basati su notizie sogget-tive, ma sono comunque indicativi di problematiche perquanto riguarda sia l’elevato BMI, che la ridotta durata equalità del sonno.Bibliografia1) Garbarino S, et al. Sleep related vehicle accidents on Italianhighways. G Ital Med Lav Ergon. 200;23(4):430-4.2) McCartt AT, et al. Factors associated with falling asleep at the wheelamong long-distance truck drivers. Accid Anal Prev. 2000Jul;32(4):493-504.3) Lemke MK, et al. Understanding the role of sleep quality and sleepduration in commercial driving safety Accid Anal Prev. 2016Dec;97:79-86. doi: 10.1016/j.aap.2016.08.024.DIAGNOSTICA DELLA PATOLOGIA DA STRESSLAVORO-CORRELATO: AGGIORNAMENTO DELPROTOCOLLO INTERDICIPLINARE E CASISTICAA. Gallozzi1, F. Scafa1,2, M.C. Mongiovì1, C. Negri3, G. Crisafulli1, G. Malgara1, D.R. Bellini1, S.M. Candura1,21 Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro - Università degliStudi di Pavia2 Unità Operativa di Medicina del Lavoro,3 Consulente Psichiatra, Istituti Clinici Scientifici Maugeri, PaviaIntroduzione. Le “malattie psichiche e psicosoma-tiche da disfunzioni nell’organizzazione del lavoro” sonoincluse nell’elenco delle patologie per le quali è obbliga-toria la denuncia (DM 10 giugno 2014) insieme al “di-sturbo dell’adattamento cronico” e il “disturbo post-trau-matico da stress”, a cui pertanto occorre fare riferimentoper la diagnosi medico-legale. Presso il nostro Istituto èutilizzato un validato protocollo diagnostico che consentedi orientare i pazienti verso un adeguato percorso terapeu-tico, al fine di favorire il loro benessere psicologico e lareintegrazione nel mondo del lavoro (1, 2). Nel 2017 ilprotocollo è stato aggiornato e ampliato con l’introdu-zione di ulteriori test.Obiettivi. 1) Descrizione della nuova versione del pro-tocollo, denominato “MaSD-2” (dalle iniziali di “Mau-geri”, “Stress” e “Diagnosi”, con l’aggiunta del numero 2per distinguerlo dalla versione originaria). 2) Presenta-zione dei risultati ottenuti nell’ultimo triennio (frequenza

Percezione di sicurezza e del rischio di aggressione in una cooperativa di servizi socio-sanitari

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Percezione di sicurezza e del rischio di aggressione in una cooperativa di servizi socio-sanitari

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