L’Italia è un importante crocevia commerciale ed offre un’ampia gamma di parametri climatici. Queste caratteristiche hanno costituito un fattore determinante per l’introduzione e l’acclimatamento di molte delle 552
specie di insetti alloctone dannose negli ecosistemi italiani. La rapida crescita di questa
“immigrazione”, negli ultimi decenni, è
favorita dall’aumento degli scambi
commerciali, del turismo e del trasporto
di merci tra paesi diversi. Ed è
grazie agli scambi commerciali fra
Argentina, Spagna e Italia che è arrivato nel nostro Paese Paysandisia archon (Burmeister, 1880) (Lepidoptera: Castniidae), un insetto dannoso alle palme sia in ambiente produttivo sia in ambiente urbano.  In questo lavoro vengono illustrate le piante ospiti, la descrizione dell'insetto, il ciclo biologico ed i mezzi di controllo da utilizzare nei confronti di questo lepidottero minatore delle palme

RIOLO, Paola

L’Italia è un importante crocevia commerciale ed offre un’ampia gamma di parametri climatici. Queste caratteristiche hanno costituito un fattore determinante per l’introduzione e l’acclimatamento di molte delle 552
specie di insetti alloctone dannose negli ecosistemi italiani. La rapida crescita di questa
“immigrazione”, negli ultimi decenni, è
favorita dall’aumento degli scambi
commerciali, del turismo e del trasporto
di merci tra paesi diversi. Ed è
grazie agli scambi commerciali fra
Argentina, Spagna e Italia che è arrivato nel nostro Paese Paysandisia archon (Burmeister, 1880) (Lepidoptera: Castniidae), un insetto dannoso alle palme sia in ambiente produttivo sia in ambiente urbano.  In questo lavoro vengono illustrate le piante ospiti, la descrizione dell'insetto, il ciclo biologico ed i mezzi di controllo da utilizzare nei confronti di questo lepidottero minatore delle palme

IRIS UniversitÃ  Politecnica delle Marche

Le palme (piante appartenenti allafamiglia delle Arecaceae) sono datempo diventate un elemento caratte-ristico di molti paesaggi italiani. L’im-portanza di questi elementi vegetali siè accresciuta al punto tale che alcunitratti di zone litoranee sono statedenominate “Riviera delle Palme”(nelle provincie di Ascoli Piceno eSavona). Anche sotto l’aspetto eco-nomico la coltivazione di alcune spe-cie di palmizi rappresenta una validarisorsa per molti distretti produttivi. Fra le oltre 100 specie di palme colti-vate in Italia Chamaerops humilis L. eTrachycarpus fortunei (Hook.) H.Wendl. sono le più diffuse mentrePhoenix canariensis Hort. ex Cha-baud e Phoenix dactylifera L. anno-verano gli esemplari più maestosi.L’ampia distribuzione di C. humilis èlegata al fatto che essa è l’unica pal-ma che cresce spontanea nellanostra Penisola (in Sicilia, Sardegnaed in numerose regioni della costa tir-renica). L’Italia è un importante croce-via commerciale ed offre un’ampiagamma di parametri climatici. Questecaratteristiche hanno costituito un fat-tore determinante per l’introduzione el’acclimatamento di molte delle 552specie di insetti alloctone dannosenegli ecosistemi italiani (DAISE,2008). La rapida crescita di questa“immigrazione”, negli ultimi decenni, èfavorita dall’aumento degli scambicommerciali, del turismo e del tra-sporto di merci tra paesi diversi. Ed ègrazie agli scambi commerciali fraArgentina, Spagna e Italia che è arri-vato nel nostro Paese Paysandisiaarchon (Burmeister, 1880) (Lepidop-tera: Castniidae), un insetto dannosoalle palme sia in ambiente produttivosia in ambiente urbano. Distribuzione geograficaL’areale di origine di P. archon non èperfettamente conosciuto ma la suadistribuzione geografica naturalecomprende almeno la parte Centro-Settentrionale dell’Argentina e del vici-no Uruguay. In quest’area essa com-pie il suo sviluppo su varie specie dipalme compresa Trithrinax campestris(Burmeist.) Drude & Griseb. (Bour-quin, 1933). Questa specie di palma èstata commercializzata per scopiornamentali in tutto il mondo ed anchein Europa in seguito ai disboscamentidegli altopiani argentini (Gibbon,2001). P. archon è arrivata nel vecchiocontinente molto probabilmente bencelata all’interno dello stipite di piantedi T. campestris. La sua presenza èstata segnalata per la prima volta inEuropa nel 2001 in Francia e Spagna.Da allora si è diffuso in altri paesieuropei (Italia, Grecia, Cipro) con iso-late segnalazioni nel Regno Unito,Bulgaria, Danimarca, Slovenia e Sviz-zera, su palme importate da Spagnae Italia (Vassarmidaki et al., 2006;EPPO, 2008; EPPO, 2009; EPPO,2010a; EU Report, 2009; Larsen,2009; Vassiliou et al., 2009).In Italia tre esemplari adulti di P.archon sono stati osservati per la pri-ma volta nel novembre 2002 sul lun-gomare di Salerno (Campania) (Espinosa et al., 2003). Nell’autunno 2003,nella provincia di Ascoli Piceno (Mar-che), alcuni vivaisti segnalarono dan-ni su palme dovute a delle larve“grosse e bianche”. Le indagini successive hanno rivelatola presenza di P. archon in alcunivivai della provincie su piante di P.canariensis, C. humilis, T. fortunei eWhashingtonia filifera (Lindl.) H.Wendl. (Riolo et al., 2004). Attual-mente il lepidottero minatore dellepalme è stato segnalato in Toscana,Sicilia, Abruzzo, Puglia, Liguria, Emi-lia-Romagna, Veneto, Lazio, Lombar-dia, Friuli Venezia Giulia (EPPO,2010b; Nardi, comunicazione perso-nale).Paysandisia archon (Burmeister):il Lepidottero minatore delle palmeP. Riolo33MAGGIO/GIUGNO 2011     IGIENE ALIMENTI - DISINFESTAZIONE & IGIENE AMBIENTALEPiante ospitiLe piante ospiti appartengono esclu-sivamente alla famiglia delle Areca-ceae. In Europa la presenza del lepi-dottero è stata osservata su: Braheaarmata S. Watson, Brahea edulisH.Wendl., Butia capitata (Mart.) Bec-cari, C. humilis, Livistona sp., P. cana-riensis, P. dactylifera, Phoenix reclina-ta Jacq., Phoenix roebelenii O’Brien,Phoenix sylvestris (L.) Roxb., Sabalmexicana Mart., Sabal minor (Jacq.)Pers., Sabal palmetto (Walt.) Lodd.,Syagrus romanzoffiana (Cham.) Glas-sman, T. fortunei, Trachycarpuswagnerianus Becc., T. campestris,W. filifera e Washingtonia robustaH.Wendl. (Sarto i Monteys e Aguilar,2005). Descrizione dell’insettoL’adulto di P. archon è un Lepidotterocon una apertura alare di 6-10 cm. Lesue ali anteriori sono, dorsalmente,marrone-verde oliva mentre quelleposteriori sono rosso-arancio con unafascia mediana trasversale di 5-6 cel-lule bianche con margine nero. Leantenne sono clavate con il tipico api-culo. La femmina possiede un lungoovopositore telescopico ed è general-mente più grande del maschio (Miller,1986; Sarto i Monteys e Aguilar, 2005)(Figura 1).L’uovo, lungo 4-5 mm, è fusiformesimile ad un chicco di riso, di colorcrema-rosa appena deposto, con 6-8coste longitudinali (Figura 2).La larva fuoriesce dall’uovo pratican-do un’apertura nel corion in corri-spondenza di una delle coste longitu-dinali. Subito dopo la schiusura, lalarva è rosa. Dopo la prima muta, lamobilità diminuisce notevolmente, lalarva diventa di colore bianco avorio,la chetotassi cambia ed appaiono lespinule cuticolari; tutte queste carat-teristiche vengono mantenute in tutti irestanti stadi larvali. Subito dopo lanascita, la larva è lunga 7,3 ± 2,2 mmmentre a maturità essa può raggiun-gere i 9 cm di lunghezza. Il numerodegli stadi larvali di P. archon sembraessere nove.La crisalide appena formata è di colo-re giallo pallido per poi virare al mar-rone rossastro. La lunghezza dellacrisalide è di circa 5,5 cm. Essa ècaratterizzata, sulla porzione dorsaledella maggior parte dei segmentiaddominali, dalla presenza di file dispinette ed è protetta da un bozzolo.Allo sfarfallamento l’esuvia rimaneancorata al bozzolo sporgendo percirca due terzi della sua lunghezza(Figura 3).Il bozzolo è fusiforme con una lun-ghezza media di 5,8 cm ed è robustocon pareti interne rivestite da unostrato di seta e pareti esterne compo-ste da frammenti di fibre di palma chelo rendono criptico. Esso è localizza-to sempre vicino alla superficie, sullostipite o all’ascella delle foglie al ter-mine delle gallerie larvali (Riolo et al.,2005; Sarto i Monteys and Aguilar,2005). Ciclo biologicoIn Europa, gli adulti compaiono ametà maggio e sono presenti fino aottobre-novembre, con un picco divolo durante giugno e luglio. Essisfarfallano e sono attivi nelle ore piùcalde di giornate soleggiate. Imaschi sono molto territoriali e il lorovolo è potente (20 m/s). Essi sorvolano generalmente piccolearee, ritornando sempre allo stessopunto di partenza. Molto probabilmente il riconosci-mento tra i sessi a lungo raggio èmediato da stimoli visivi. La femminadepone le uova in piccoli gruppi bencelati alla base dell’ascella dellafoglia o nelle fibre poste alla basedel rachide fogliare. Ogni femminadepone una media di circa 140uova. Subito dopo la nascita la larvava alla ricerca di cibo e di riparo34 MAGGIO/GIUGNO 2011     IGIENE ALIMENTI - DISINFESTAZIONE & IGIENE AMBIENTALEFigura 1 - Maschio (a sinistra) e femmina (a destra) di Paysandisia archon durante la fase di corteggiamento (foto: Nunzio Isidoro).penetrando all’interno della piantaospite. Le larve di P. archon hannoun comportamento endofita per granparte della loro vita tranne che per ilprimo stadio. Durante l’estate c’è la contempo-ranea presenza in campo di tutti glistadi di sviluppo del fitofago (adulto,uovo, larva e crisalide). P. archontrascorre l’inverno in tutte le età lar-vali negli stipiti delle piante colpite.Di conseguenza alcune larve (ingenere quelle nate all’inizio della sta-gione) svernano una sola volta men-tre alcune altre due volte (Riolo et al.,2005; Sarto i Monteys e Aguilar,2005).Sintomatologia e danniP. archon può essere presente all’in-terno o all’esterno delle palme senzache ci siano dei sintomi apparenti. La larva scava delle gallerie nel rachi-de fogliare e nello stipite, provocaanche delle perforazioni del lembofogliare nel germoglio apicale. I primistadi larvali possono essere trovati nel-lo stipite, nel rachide fogliare e nei frut-ti. Gli ultimi stadi larvali si trovano solonegli stipiti. Essi tendono a scavare gallerie e arimanere al centro di tali strutture, dovel’umidità è più alta e la temperatura piùstabile (Riolo et al., 2005; Sarto i Mon-teys e Aguilar, 2005) (Figura 4 pag 36). I numerosi sopralluoghi condotti incampo hanno permesso di rilevare uncerto numero di sintomi riconducibilialla presenza di P. archon: a) presen-za di abbondante rosura, che fuori-esce dalle gallerie larvali, a livello del-la corona fogliare e/o dello stipite; b)presenza di foglie perforate causatedall’attività della larva a livello del ger-moglio apicale, in cui il lembo fogliareappare interessato da una o più seriedi fori disposti a semicerchio (peresempio su C. humilis, T. fortunei eW. filifera); c) presenza di fori di gal-lerie (assiali e trasversali) nello stipitedella palma (per esempio su C.humilis, T. fortunei e W. filifera) erachide fogliare (osservabili ad esem-pio su P. canariensis al momento deltaglio basale delle foglie); d) presen-za di esuvie della crisalide sulla parteesterna dello stipite; e) presenza diadulti; f) presenza di uova fra le fibredella palma; g) sviluppo anomalo deigermogli fogliari secondari; h) defor-mazione e torsione anomala dellostipite; i) anomalo disseccamento del-la palma, in particolare del nucleofogliare (Riolo et al., 2005).È importante ricordare che le per-forazioni fogliari non sono di per sé unindizio specifico della presenza di P.archon in quanto danni simili pos-sono essere riconducibili all’attività dialtri Lepidotteri minatori, fra cui adesempio Sesamia nonagroidesLefebvre (Lepidoptera: Noctuidae)(Riolo et al., 2007).Le palme adulte possono sopravvi-vere se non sono attaccate tropposeveramente, ma quelle giovani sonomolto esposte a questo rischio. Lacontemporanea presenza di più larveall’interno dello stesso stipite con-duce spesso a morte la pianta. In unesemplare di T. fortunei è stato rin-venuto il più alto livello di infestazione(20 individui tra larve e crisalidi) di P.archon. In alcuni vivai di palme della provinciadi Ascoli Piceno la severità d’attacco35MAGGIO/GIUGNO 2011     IGIENE ALIMENTI - DISINFESTAZIONE & IGIENE AMBIENTALEFigura 2 - Uova di Paysandisia archon nel riquadro (a destra) e particolare (a sinistra)(foto: Paola Riolo).Figura 3 - Bozzolo di Paysandisia archon aperto per mostrare la crisalide (foto: Paola Riolo).riscontrata è stata molto elevatafacendo registrare perdite fino al 90%della produzione (Riolo et al., 2005). Mezzi di controlloIl commercio di palme infestate è sta-to ed è il mezzo di diffusione di questofitofago. A brevi distanze ci può esse-re anche una diffusione attiva in quan-to l’adulto ha una capacità di volo dicirca 10 km (Sarto i Monteys e Aguilar,2005).La prevenzione per evitare l’introdu-zione del fitofago, in un’area indenneo l’ulteriore diffusione in un paesedove l’insetto è già presente, è di fon-damentale importanza. Il Lepidotteroè presente nell’EPPO (OrganizzazioneEuropea per la Protezione delle Pian-te) A2 Quarantine List (n. 338) e nellaNormativa Fitosanitaria Europea (Alle-gato II/Part A/Sezione II, Direttiva2009/7/EC della Commissione del 10Febbraio 2009 che modifica allegati I,II, IV and V della Direttiva 2000/29/ECdel Consiglio concernente le misure diprotezione contro l’introduzione nellaComunità di organismi nocivi ai vege-tali o ai prodotti vegetali e contro laloro diffusione nella Comunità).Secondo tale normativa il materialecommercia l izzato deve essereaccompagnato da un certificato fito-sanitario (passaporto delle piante)rilasciato dai Servizi Fitosanitari locali.Il controllo è reso difficile dalle abitu-dini endofite delle larve di P. archon.Eventuali interventi con prodotti inset-ticidi di sintesi chimica vanno effettua-ti contro uova e larve neonate avendocura di bagnare abbondantemente lacorona fogliare.L’utilizzo di prodotti insetticidi chimicisistemici o di contatto ha dato buonirisultati in Spagna (Sarto i Monteys eAguilar, 2005) mentre al contrario inItalia è stata riscontrata la difficoltà ditali prodotti, ad applicazione fogliare,di raggiungere le larve endofite (Nar-di et al., 2009). Per quanto riguardal’ambito urbano, si fa presente che lanormativa di riferimento è rappre-sentata dal D.L. 17 marzo 1995n.194 di attuazione della DirettivaCEE 91/414 e relativa Circolareapplicativa del 10 giugno 1995 n.17,cui vanno aggiunte a livello regiona-le la L.R. delle Marche 15 luglio 1988n. 25 (Divieto dell’uso di fitofarmacinei centri abitati), la L.R. del Pie-monte 28 dicembre 1989 n.76(Divieto dell’uso dei fitofarmaci e deidiserbanti della prima e della secon-da classe di tossicità all’interno deicentri abitati) e alcune disposizionitra cui quelle emanate per il Friuli-Venezia Giulia (L.R. 8 giugno 1993n.35, Disposizioni per la tutela deimonumenti naturali e del patrimoniovegetale). In Italia attualmente i pro-dotti insetticidi autorizzati, dal Mini-stero della Salute, per l’impiego nel-le aree urbane sono scarsamenteefficaci nei confronti delle larveendofite. In Italia e Spagna ottimi risultati, peril controllo delle larve di P. archon,sono stati ottenuti con l’utilizzo dinematodi entomopatogeni della spe-cie Steinernema carpocapsae (Wei-ser) (Rhabditida: Steinernematidae)(Martinez de Altube e Martinez Peña,2009; Nardi et al., 2009; Ricci et al.,2009). Il controllo microbiologico, uti-lizzando i NEPs, può essere applica-to sia in ambiente urbano sia inambente produttivo.Per la messa a punto di ulteriori stra-tegie di controllo biologico ed inte-grato è indispensabile approfondirele conoscenze sui nemici naturaliassociati a P. archon nei nostriambienti ed identificare il feromonesessuale di questa specie.Bibliografia disponibile presso l’Autore.Paola RioloDipartimento SAPROVUniversità Politecnica delle Marche36 MAGGIO/GIUGNO 2011     IGIENE ALIMENTI - DISINFESTAZIONE & IGIENE AMBIENTALEFigura 4 - Stipite di Trachycarpus fortunei sezionato a circa 50 cm dal suolo in cui è possibileosservare alcune larve di Paysandisia archon con le relative gallerie (foto: Nunzio Isidoro).Bozzolo di Paysandisia archon su giovanepianta di Trachycarpus fortunei (Foto: NunzioIsidoro).

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Paysandisia archon (Burmeister): il Lepidottero minatore delle palme

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