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TECNOLOGIA RFID ED ANALISI SETTORIALE DELL'IMPATTO SUI PROCESSI AZIENDALI

Abstract

Le tecnologie di autoidentificazione RFId hanno da diversi anni iniziato a farsi strada in molti settori produttivi nella gestione della supply chain, dei magazzini, delle relazioni tra aziende, dei fornitori e dei trasporti. La spesa mondiale in RFId è prevista crescere dai 300 milioni di dollari del 2004 a 2,8 miliardi di dollari nel prossimo 2009 . Le analisi sui risultati delle implementazioni già esecutive e dei progetti pilota hanno fino ad oggi sottolineato il carattere dirompente della tecnologia in termini di benefici di costo, gestione della produzione e della supply chain. Il termine RFId (Radio Frequency Identification) nasce dall’utilizzo della tecnologia radio e dalla funzione di identificazione automatica. Un sistema consiste tradizionalmente in un transponder per lo scambio e l’immagazzinamento dei dati, un’antenna per comunicare ed un controller per gestire la comunicazione tra l’antenna e l’infrastruttura. Il transponder, solitamente fissato all’oggetto da monitorare, è un ricetrasmettitore che invia un segnale radio in risposta a un comando ricevuto da una stazione remota. Il segnale di comando, o di interrogazione, è necessario per determinare la trasmissione del segnale di ritorno del transponder. Nella sua forma più semplice la tecnologia RFId è utilizzata come sostituto diretto del codice a barre, offrendo i vantaggi di una precisione di lettura del 100%, di una capacità di sopravvivere in ambienti ostili e l’eliminazione della necessità della visibilità diretta per la lettura. Nelle applicazioni più avanzate può essere utilizzata come una memoria dati elettronica dinamica in grado di combinarsi più o meno indipendentemente col sistema di elaborazione centrale, fino alla creazione di oggetti “intelligenti” in grado di interagire con l’ambiente circostante. L’estrema flessibilità della tecnologia ne permette l’utilizzo in contesti settoriali e funzionali molto diversi. Allo stato dell’arte esistono settori, come può essere quello automotive, in cui già da diversi anni i sistemi RFId sono stati integrati all’interno di determinati processi aziendali e in cui è in atto uno sviluppo di allargamento dell’esperienza maturata ad applicazioni che escano dai confini aziendali per cogliere i vantaggi in termini di gestione globale della supply chain. Altri settori, come può essere invece quello della Grande Distribuzione Organizzata (GDO), si affacciano solamente adesso all’implementazione di soluzioni di identificazione automatica a radiofrequenza, sfruttando le opportunità offerte dall’avanzamento tecnologico e spinti dal ruolo di guida e di propulsione assunto da giganti come Wall-Mart e il Dipartimento della Difesa USA. In altri settori, spinti all’adozione di sistemi di autoidentificazione dall’esigenza di adeguamento a normative di tracciabilità, sono allo studio progetti sperimentali che stanno dimostrando le potenzialità di vantaggi anche in termini di leve di business

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